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Confsal e Fials bocciano il piano di riordino ospedaliero della Puglia

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Le segreterie regionali dei due sindacati criticano le scelte della Giunta Emiliano e presentano le loro proposte. No alla chiusura di ospedali in provincia di Bari e Brindisi, eccessiva la presenza di strutture private in quella di Taranto

BARI – Bocciature e proposte: le hanno messe insieme le segreterie regionali della Puglia dei sindacati Confsal e Fials, a proposito del piano di riordino ospedaliero presentato dalla Giunta Emiliano ed ancora al centro del dibattito politico.

La bocciatura è per il piano nella sua interezza perché, sostengono i sindacati, “si tagliano posti letto solo nelle strutture pubbliche, salvaguardando tutte le strutture private convenzionate” senza dimenticare che il decreto ministeriale 70/2015 ha fissato come obiettivo, per ogni regione, posti letto non superiori ai 3,7 per mille abitanti di cui 0.7 per riabilitazione e la lungodegenza.

“In Puglia – scrivono Confsal e Fiasl – quel rapporto è inferiore: con il piano di riordino la Giunta Emiliano prevede 3,17 posti letto per mille abitanti e 0,53 per mille per riabilitazione e lungodegenza”.

Sono i numeri e non questioni campanilistiche, sostiene il sindacato, a bocciare il piano di riordino ospedaliero che, secondo i sindacati, andrebbe emendato. Le scelte da rivedere interessano tutte le province e per ognuno dei territorio, le segreterie regionali dei due sindacati, propongono le soluzioni da adottare.

In provincia di Bari, a giudizio di Confsal e Fials, “appaiono del tutto incomprensibili le scelte di soppressione della U.O.C. di Gastroenterologia dell’Ospedale San Paolo e quella della U.O.C. di Neurochirurgia dell’Ospedale Di Venere”. Scelta che condannerebbe la provincia di Bari ad avere una sola Unità Operativa di neurochirurgia, restringendo l’offerta di intervento sulle patologie del cranio e quelle determinate da traumi e neoplasie, al solo Policlinco che, a sua volta, con i posti letto assegnati, non potrà far fronte alla domanda. Il rischio è che anche i pazienti vittime di incidenti stradali potrebbero essere costretti ad essere trasportati in strutture fuori provincia se non addirittura fuori regione. Non meno critica diventerebbe la situazione in caso di soppressione di Gastroenterologia al “Di Venere”: “Molti pazienti si rivolgerebbero ad altre Asl, facendo dilatare i tempi d’attesa” scrivono i sindacati.

Sempre in provincia di Bari anche Confsal e Fials si dichiarano favorevoli alla creazione di un ospedale di primo livello che accorpi le strutture di Molfetta, Terlizzi e Corato.

Soluzione apprezzata anche dal Presidente Emiliano nell’incontro dell’11 ottobre scorso a Ruvo di Puglia.
Ancor più tranciante è il giudizio delle due sigle sindacali per il piano di riordino relativo alla provincia di Brindisi: “La maggiormente penalizzata, con la chiusura di tre ospedali e una diminuzione netta di 119 posti letto (da 1220 a 1089). Il piano della Regione Puglia – aggiungono i sindacati – per la provincia di Brindisi non rispetta, di fatto, tutti i criteri indicati dalla norme, tant’è che l’offerta sanitaria non è omogenea e rispettosa dei Lea nell’ambito dell’intero territorio regionale”.

Lo scenario possibile: “La diminuzione dei posti letto rispetto agli attuali, produrrà un aumento della mobilità sanitaria con un certo allungamento dei tempi di attesa e più disservizi tenendo presente, anche, la grave carenza di personale”.

Più che chiudere gli ospedali, in provincia di Brindisi per Confsal e Fials andrebbero mantenuti quelli di Fasano e San Pietro Vernotico, confermati i posti letto di Pediatria e Cardiologia in quello di Ostuni e riconvertita la struttura di Mesagne per la realizzazione di un Hospice.

Criticità, i sindacati, le evidenziano in provincia di Lecce, soprattutto nel territorio di Copertino, Galatina, Nardò e Campi Salentina “per il quale andrebbe individuata una soluzione attraverso la fusione delle strutture ospedaliere esistenti in un ospedale di 1° livello”.

Per la provincia di Taranto, infine, non si può non tenere conto dei recenti dati sullo stato di salute della cittadinanza connessi alla presenza dell’Ilva e per questo, a giudizio di Confals e Fials, è insufficiente la risposta in termini di posti letto e la dislocazione degli stessi in ambito provinciale prevista dal piano di riordino. Con un tasso elevato di strutture private accreditate e una carenza di posti letto pubblici che rischia di condizionare l’offerta sanitaria della Asl Ta.

Le segretarie regionali delle due sigle sindacali propongono l’attivazione di 20 posti letto di lungodegenza presso il Presidio ospedaliero complesso di Taranto, la riconversione nella stessa struttura di dieci posti letto di endocrinologia in quattro posti letto di radioterapia metabolica e sei di pneumologia e dotare il Santissima Annunziata di Taranto di dieci posti letto destinati ad oncoematologia pediatrica.

Salvatore Petrarolo

Allegato

Documento Fials – Confsal riordino piano ospedaliero Puglia

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