Un candidato ottiene la revisione del punteggio
Il Consiglio di Stato ha recentemente emesso una sentenza significativa riguardante il concorso pubblico per 2.736 posti da funzionario amministrativo, indetto nel 2020 e modificato nel 2021. La sentenza, che ha riformato una precedente decisione del Tar Lazio, pone l’accento sulla necessità di garantire trasparenza e precisione nella formulazione dei quesiti concorsuali, evitando ambiguità che possano compromettere l’imparzialità della selezione.
Il concorso e le critiche del candidato
Il concorso in questione, inizialmente bandito per 2.133 posti e successivamente ampliato a 2.736, è stato oggetto di contestazione da parte di un candidato che non era riuscito a superare la soglia minima di 21 punti su 30 necessaria per il superamento della prova scritta. Questa prova, composta da 40 quesiti a risposta multipla, includeva una sezione teorica e una situazionale, progettata per valutare la capacità di giudizio dei candidati in situazioni lavorative concrete.
Il candidato, insoddisfatto dell’esito della prova, ha contestato due quesiti situazionali (n. 11 e n. 21), sostenendo che fossero formulati in modo ambiguo e che ciò avesse compromesso la corretta valutazione delle risposte.
La sentenza del Consiglio di Stato
In prima istanza il Tar Lazio aveva respinto il ricorso, giudicando che i quesiti non presentassero “gravi vizi di legittimità”. Tuttavia il Consiglio di Stato ha accolto l’appello, rilevando che i quesiti mancavano di chiarezza e non fornivano elementi sufficienti per permettere una valutazione oggettiva e imparziale delle risposte.
In particolare, il quesito n. 11 è stato criticato per la sua formulazione ambigua, che non consentiva di individuare con certezza la risposta più efficace tra quelle proposte. Critiche simili sono state rivolte al quesito n. 21, in cui le risposte indicate come “più efficace” e “neutra” dalla commissione esaminatrice erano, secondo il Consiglio di Stato, tendenzialmente sovrapponibili, rendendo difficile per i candidati distinguere tra le due opzioni.
Le conseguenze della sentenza
Il Consiglio di Stato ha ordinato alla commissione giudicatrice di rivedere il punteggio del candidato, assegnandogli ulteriori 0,75 punti per ciascuno dei due quesiti contestati. Questo aggiustamento ha permesso al candidato di superare la soglia minima di 21 punti, consentendogli di proseguire nella selezione.
Un precedente importante per i futuri concorsi
Questa sentenza rappresenta un precedente significativo per i futuri concorsi pubblici, riaffermando l’importanza di una formulazione chiara e priva di ambiguità dei quesiti, in modo da tutelare il principio di imparzialità e par condicio tra i candidati. La decisione del Consiglio di Stato sottolinea la necessità di trasparenza e precisione nella formulazione delle prove concorsuali, elementi fondamentali per garantire un processo di selezione equo e corretto.
Per chi si prepara a partecipare a un concorso pubblico, questa sentenza ricorda l’importanza di contestare eventuali irregolarità e difendere i propri diritti, anche di fronte a questioni apparentemente marginali come la formulazione dei quesiti.
Redazione Nurse Times
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