BARI – Se le comunicazioni del Dipartimento salute della Regione Puglia, avevano l’obiettivo di tranquillizzare gli infermieri risultati vincitori nel concorso pubblico regionale espletato dalla Asl Bari, va detto che l’effetto prodotto è stato l’esatto contrario.
Almeno stando a quanto denunciano gli Opi pugliesi (gli ordini delle professioni infermieristiche) in un comunicato congiunto nel quale parlano di altissima tensione tra gli infermieri vincitori e idonei al concorsone. La vicenda riguarda innanzitutto i 566 vincitori del concorso: sino a pochi giorni fa temevano di dover aspettare dopo l’estate per vedere riconosciuto il loro diritto ad essere assunti nell’azienda sanitaria indicata, come preferenze, nel bando. Timore scongiurato dalla comunicazione del Dipartimento salute inviato alle Asl, alle aziende universitarie policlinico di Bari e Foggia e agli istituti di ricerca di Bari e Castellana Grotte: dal 14 marzo, si legge in quel documento, bisogna provvedere ad assumere i vincitori di concorso.
Questione risolta? Tutt’altro. Perché il Dipartimento salute con una integrativa, chiarisce le modalità di scorrimento della graduatoria: all’infermiere vincitore di concorso che già lavori, con un contratto a tempo determinato, in una delle aziende sanitarie pugliesi, verrà chiesto di accettare il contratto a tempo indeterminato. Se dovesse rifiutare, l’infermiere vincitore di concorso verrà assegnato alla sede che aveva indicato nel bando, sempre che in quella azienda sanitaria il fabbisogno di personale lo consenta. Insomma un piccolo guazzabuglio che ha mandato in tilt gli infermieri e fatto arrabbiare gli Opi pugliesi.
La Regione, denunciano, va contro le regole del concorso. Poi sul piano più strettamente politico, c’è anche una stoccata al presidente Emiliano che, in più occasioni, aveva assicurato l’assorbimento nelle piante organiche, di tutti i partecipanti al concorso (circa seimila candidati). Operazione difficile anche per questioni economiche, senza dimenticare tutti i precari che attendono la stabilizzazione prevista dalla legge Madia.
Insomma, un guazzabuglio.
Salvatore Petrarolo
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