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Concorsi pubblici: in arrivo la norma salva-idonei

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Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 29-11-2014 Politica Camera dei Deputati. Dichiarazioni di voto sulla fiducia posta dal governo posto sulla legge di stabilità Nella foto Fabiana Dadone Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 29-11-2014 Politic Chamber of Deputies. Explanations of vote on the confidence placed by the government place on the law of stability In the photo Fabiana Dadone
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Rilanciamo un articolo del Messaggero che parla di circa 40mila persone ancora in attesa di occupazione.

Un decreto ad hoc, oppure l’inserimento della norma in un decreto già all’esame del Parlamento, come il salva-imprese. Per gli idonei ai concorsi pubblici effettuati tra il 2010-2014 si riaccendono le speranze. Lo staff legislativo del ministro della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone (foto), è al lavoro per trovare una soluzione e prorogare la validità delle graduatorie che l’ultima Legge di bilancio fa scadere oggi.

Ci sono ancora 86mila persone in lista: hanno fatto il concorso, hanno passato le selezioni, ma con un punteggio non adatto a entrare subito a far parte dei vincitori. In questi anni molti di loro hanno trovato un’altra sistemazione, ma secondo i calcoli del Comitato XXVII ottobre (nato a suo tempo proprio per affrontare le problematiche delle graduatorie degli idonei ai concorsi pubblici) sarebbero senza lavoro ancora circa 40mila aspiranti travet.

Martedì scorso una delegazione del comitato guidata dal presidente Alessio Mercanti ha avuto un incontro di circa un’ora col ministro Dadone. «Ci ha confermato la volontà di prorogare le graduatorie in scadenza il 30 settembre. Ci ha anche detto che stanno valutando i tempi e lo strumento legislativo adatto», racconta Mercanti. Non è escluso un intervento post-termine: «L’importante è che la proroga arrivi».

Tra l’altro, a breve, si potrebbero ritrovare nella stessa situazione anche altri idonei. La Legge di bilancio 2019, infatti, oltre a decretare la decadenza degli elenchi 2010-2014 il 30 settembre (oggi), ha stabilito anche che le graduatorie del 2015 resteranno in piedi sino al 31 marzo del prossimo anno, quelle del 2016 fino al 30 settembre del 2020. Il fine vita, poi, toccherà le graduatorie approvate nel 2017, mentre i concorsi del 2018 potranno essere validi al massimo per quattro anni (2022), e quelli a partire dal 2019 non oltre tre anni.

Il paradosso – come hanno fatto notare i sindacati confederali in una lettera inviata una decina di giorni fa al Governo, parlando di “rischio collasso” – sta nel fatto che, tra pensionamenti di vecchiaia e di anzianità, “quota 100” (62 anni di età e 32 di contributi), blocco delle assunzioni e concorsi banditi al lumicino, il variegato mondo della pubblica amministrazione si ritrova già in preoccupante carenza di organico. Con il rischio di gravi disservizi per i cittadini, che saranno costretti a convivere ancora di più con uffici semivuoti, pratiche ammucchiate sulle scrivanie, cattedre vacanti, ospedali con pochi infermieri e medici, e così via. Si parla di centinaia di migliaia di vuoti.

A partire dal 15 novembre, per tutte le amministrazioni pubbliche, torna la possibilità di sostituire chi lascia nel rapporto uno a uno. Attingere alle graduatorie degli idonei, intanto che non vengano banditi e organizzati nuovi concorsi, potrebbe essere conveniente per tutti. È quello che, tanto per fare un esempio, ha recentemente fatto l’Inps, assumendo 50 persone ed esaurendo la graduatoria di un concorso del 2010. Tra il 16 e il 19 settembre scorsi si sono conclusi i corsi di aggiornamento e i colloqui degli idonei, che a ottobre entreranno a tutti gli effetti nella grande famiglia Inps.

«Cancellare la scelta della ministra Bongiorno di far decadere le vecchie graduatorie a fine settembre e tornare a garantire il necessario scorrimento delle stesse – ricorda Cesare Damiano, ex ministro del Lavoro con il secondo governo Prodi – farebbe risparmiare soldi, perché i concorsi costano. Si salvaguarderebbero i servizi ai cittadini e si renderebbe giustizia a migliaia di persone che hanno superato prove faticose e aspettano una giusta soluzione».

Redazione Nurse Times

Fonte: Il Messaggero

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