Una buona notizia per i pazienti con sindrome di alzheimer e per i loro familiari
Regione Lazio. Una paziente affetta da l’Alzheimer viene ricoverata in una Residenza Assistenziale dalla Regione, alla fine del ricovero ai familiari viene presentato il conto come “partecipazione alle spese”.
I familiari non ci stanno e fanno ricorso attraverso l’Associazione Avvocato del Cittadino, la Regione viene condannata al risarcimento, riconoscendo l’Alzheimer come malattia a tutti gli effetti.
La sentenza del Tribunale di Roma condanna la regione Lazio alla restituzione della somma (13.393,44 Euro) versata dai parenti per la degenza dell’anziano padre, affetto da Alzheimer, presso una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) della capitale.
Ai familiari erano stata indebitamente richiesta la compartecipazione alla retta dovuta per il soggiorno del genitore nella struttura di cura.
Con la sentenza n. 14180/2016 il giudice, richiamando la precedente giurisprudenza ha affermato che “l’attività prestata in favore di soggetto gravemente affetto da morbo di Alzheimer ricoverato in istituto di cura è qualificabile come attività sanitaria, quindi di competenza del Servizio Sanitario Nazionale, ai sensi dell’art. 30 della legge n. 730 del 1983, secondo cui sono a carico del SSN gli oneri delle attività di rilievo sanitario connesse con quelle socio-assistenziali”.
Finalmente una posizione opportuna e di giustizia verso i malati di questa grave malattia e dei loro famigliari una attenzione che sarebbe dovuta, ma che nello scenario sconfortante che la sanità offre nei territori è tutt’altro che scontata.
Ci auguriamo che questa sentenza ponga finalmente fine all’abbandono da parte del SSN di questi pazienti gravi, finora lasciati alle cure dei familiari senza nessuno o scarsissimo supporto da parte delle istituzioni pubbliche se non con ricoveri presso le RSA che finora prevedevano un impegno di spesa per la compartecipazione richiesta che a volte le famiglie non possono permettersi.
QUESTA SENTENZA RENDE FINALMENTE GIUSTIZIA A QUESTI PAZIENTI
Noi infermieri non possiamo che accogliere favorevolmente questa sentenza, riconoscendo quanto sia necessario per il nostro SSN prendersi cura delle persone fragili e delle disabilità…assicurando qualità ai pazienti in termini di assistenza e di soddisfazione dei loro bisogni di salute.
Angelo De Angelis
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