Di seguito la lettera scritta dal segretario generale aggiunto del sindacato, Gennaro Ferrara, e pubblicata sul Resto del Carlino.
Tornando indietro di tre anni, possiamo dire oggi di aver dovuto affrontare, in particolare i professionisti sanitari, una malattia sconosciuta a tutti, che, senza retorica, faceva paura. In quella fase, come non mai, si è rivelato centrale il Servizio sanitario nazionale, che attraverso le sue donne e i suoi uomini ha retto un urto spaventoso. Mancanza di posti letto, mascherine, camici di protezione non reperibili sul mercato, carichi di merce bloccati all’estero, assenza di respiratori. Oggi la situazione è cambiata, anche grazie al fatto che la maggioranza della popolazione ha aderito alla vaccinazione Covid.
Rispetto alle norme sulla vaccinazione anti-Covid, la Cisl, fin dal 2021, aveva chiarito la sua posizione: introduzione di un obbligo vaccinale per legge. Il Governo seguì altre strade, scrivendo una norma che faceva differenze tra professioni, datori di lavoro ed età anagrafica dei cittadini. Non so quanto questo sia stato utile o invece, in questi mesi, abbia generato ulteriori tensioni sociali e nei posti di lavoro. Oggi prendiamo atto che la nuova squadra di Governo ha scelto un’altra strada, anticipando di due mesi il rientro dei colleghi previsto per il 1° gennaio.
Da parte nostra non c’è nessuna demonizzazione: alcuni di questi colleghi erano e sono nostri associati che hanno compiuto scelte sulle quali non entro, trattandosi di temi molto complessi. Tuttavia, se oggi abbiamo una vita quasi normale – i nostri figli sono a scuola in presenza, possiamo vedere i nostri cari o amici -, lo dobbiamo alle migliaia tra infermieri, oss, amministrativi, tecnici sanitari e non che, nonostante la paura, hanno svolto con abnegazione il proprio lavoro, anche quando il vaccino era un miraggio.
Redazione Nurse Times
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