Sulla rivista scientifica Heart (marzo 2006) una ricerca, svolta da un gruppo di ricercatori dell’università di Zurigo in tema di salute cardiovascolare, ha inteso testare due tipi diversi di cioccolato, fondente e al latte, su un gruppo di soggetti fumatori, per valutare se il cioccolato al latte poteva indurre gli stessi benefici (già mostrati dal cioccolato fondente) nei confronti dell’indurimento delle arterie. A fronte dell’azione pro-aterosclerotica del fumo di sigaretta e dell’effetto dannoso sulle arterie della nicotina in esso contenuta, tale sperimentazione, valutando l’indurimento mediante il flusso arterioso di soggetti dopo assunzione dei due tipi di cioccolato, ha dimostrato che gli individui che avevano consumato il prodotto fondente presentavano un flusso arterioso più scorrevole rispetto a quelli dell’altro gruppo, per i quali invece non ci sono stati benefici.
Pertanto sembra proprio che gli effetti benefici risiedano nella quantità di cacao consumata, contenente una % elevata di antiossidanti che, assunti in quantità moderata, aiutano a mantenere in buono stato le arterie, con un effetto positivo sul loro endotelio.
In un ulteriore studio il cioccolato ha mostrato associazioni metaboliche favorevoli in riferimento alla pressione sanguigna e alla sensibilità all’insulina . Idem di contenimento anche per il livello di colesterolo. Il cioccolato è ricco di fitonutrienti antiossidanti come catechine che potrebbero contribuire alle relazioni favorevoli del consumo di cioccolato per la sensibilità all’insulina e Pressione Arteriosa. Tuttavia, poiché il cioccolato in grosse quantità è anche fonte di calorie, ci sono preoccupazioni relative alla sua assunzione. Infatti un consumo che euli dal concetto di moderazione comporterebbe un aumento dell’ Indice di massa corporea (BMI) e la predisposizione alla Sindrome Metabolica. Nel rovescio della medaglia abbiamo che un consumo moderato di cioccolato comporta un effetto protettivo dalla Sindrome Metabolica e un miglioramento del BMI. Pertanto, con lo studio si è ipotizzato che una assunzione con criterio dell’elemento fosse preservatore salutare. Nello studio un totale di 1018 uomini e donne di età compresa tra 20 e 85 anni da San Diego, in California, senza note malattie cardiovascolari; tutti i partecipanti hanno dato consenso informato scritto.
Per misurare la frequenza di consumo di cioccolato, 1017 soggetti hanno risposto alla domanda “Quante volte alla settimana si consumano cioccolato?” Indice di massa corporea (calcolato come peso in chilogrammi diviso per l’altezza in metri al quadrato) è stato determinato per 972 soggetti (95,6%), che avevano sia il peso e l’altezza registrati alla visita di screening.
Gli adulti che consumano cioccolato avevano più frequentemente un BMI inferiori a quelli che hanno consumato il cioccolato meno spesso. I risultati sono stati mantenuti o rafforzati in una gamma di modelli di regolazione.
Purtroppo i prodotti di cioccolato sono spesso ricchi di zuccheri e grassi, contribuendo alla ipotesi che il cioccolato aumenta il BMI. Inoltre, poiché i risultati sono trasversali, la causalità dell’associazione osservata non può essere presunta. Tuttavia, la constatazione si adatta con la letteratura e suggerisce benefici del cioccolato di altri fattori metabolici. L’Epicatechina cacao-derivata, in particolare, è segnalata per aumentare la biogenesi mitocondriale, prestazioni muscolari, e la massa muscolare magra.
CALABRESE Michele
CALABRESE Ruggiero
Sitografia e Bibliografia:
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