Il nuovo ospedale Vito Fazzi, dopo una lunghissima attesa, si delinea nello skyline di Lecce.
E’ stato ultimato lo scheletro e il quasi ex direttore generale della Asl, Giovanni Gorgoni, domani mattina visiterà il cantiere e, una volta raggiunto il tetto del futuro nosocomio, sarà issata una bandiera tricolore a testimonianza, come ha comunicato la stessa Asl, “dell’ultimazione delle strutture in cemento armato”.
Un punto fermo nell’iter del più grande appalto pubblico degli ultimi anni: 117 milioni dopo un lungo duello giudiziario prima che partisse il cantiere.
Gorgoni ha scelto una “Cerimonia della bandiera” per rivendicare il raggiungimento di un avanzamento dei lavori che si stima al di sotto del 30% dell’intera opera.
La consegna dei lavori, dopo l’ennesima proroga di un anno, è slittata di un altro anno ed è ora fissata a novembre del 2016.
Ma il rischio della necessità di una nuova proroga è dietro l’angolo per ragioni squisitamente tecniche.
Se non ci saranno altri stop alle lavorazioni serviranno almeno altri tre anni per consegnare l’opera alla città.
Se l’appaltatore, la Ccc di Bologna lavorerà senza interruzioni si dovrebbe arrivare al punto, ma sarà molto difficile che possa rispettare la data prefissata.
Ci sono fasi di lavorazione, ad esempio quella degli impianti, che comportano tempi più lunghi e comunque – anche per ragioni di sicurezza – difficilmente possono concentrarsi troppe maestranze per mettere a punto lavorazioni diverse.
La costruzione, una volta ultimata, ospiterà l’area dell’Emergenza e Accettazione, l’Urgenza dell’Area Chirurgica, Chirurgia Vascolare, il Trauma Center, l’Area di Terapia Intensiva-Rianimazione, l’Area Medica Iperbarica, la Patologia Cardiovascolare, il dipartimento della Diagnostica per Immagine ed Interventistica, il Centro ustionati e quello dei trapianti.
Il tutto corredato da 330 posti letto preziosi in un territorio che ha subito tagli dolorosi e altri sono all’orizzonte, stando alle recenti dichiarazioni del presidente della Regione Michele Emiliano.
Il progetto esecutivo è stato elaborato per conto dell’appaltatore, dal Centro studi progettazione edilizia (Cspe) di Firenze e dall’architetto Romano Del Nord.
La trama del progetto è stata stabilita dall’Università del Salento che ha pensato la struttura andata poi a bando di gara.
L’architetto Del Nord e il suo staff hanno, quindi, apportato alcune modifiche che hanno puntato – nelle intenzioni dei progettisti – a migliorare la tecnologia dell’ospedale e la funzionalità degli spazi con un occhio attento a una struttura, per quanto possibile eco-compatibile.
Un ospedale che si eleverà per 120 mila metri cubi complessi di volumetria contenuti tra piano interrato e cinque piani fuori terra.
Per ora c’è lo scheletro con la sua struttura a due ali collegate da un corpo centrale a cui si accede passando da una distesa verde.
Quasi una piazza, quella su cui guarda l’edificio in fieri, uno spazio che nella filosofia progettuale serve a dare una visione estetica rassicurante ed accogliente.
Particolare attenzione è stata data, perciò, all’accoglienza dell’utenza.
Oltre alla reception è stata pensata anche l’area relax con la zona caffetteria che dovrà poi assorbire il bar che oggi è ospitato in una struttura provvisoria accanto all’ingresso principale.
La parte del leone la fanno le zone dedicate all’assistenza e cura dei pazienti.
Il Pronto Soccorso sarà trasferito nell’area nel nuovo ospedale e sarà riservato tassativamente ai codici rossi e gialli.
Tra la nuova e vecchia struttura ci sarà poi un collegamento con una stecca che unirà le costruzioni all’altezza dell’attuale Pronto Soccorso.
Ma tutto questo è davvero di là da venire.
Scupola Giovanni Maria
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