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Cellule staminali tumorali e resistenza alle terapie

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Malattie autoimmuni, lo studio
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In molti tumori identificata la presenza di cellule neoplastiche dotate di cellule staminali tumorali (Cancer Stem Cells, CSCs). Queste cellule possiedono una elevata capacità di rigenerare il tumore stesso e di adattarsi a modificazioni dell’ambiente circostante.

Le CSCs – si spiega sul portale dell’Istituto Superiore di Sanità – sono state identificate per la prima volta venticinque anni fa nelle leucemie, e da allora sono state trovate in quasi tutti i tumori sia solidi che ematologici. L’ISS ha dato un contributo fondamentale a quest’area di ricerca con la scoperta delle cellule staminali del cancro del colon e del polmone e con numerosi studi sulle CSCs di glioblastoma, cancro della mammella, sarcoma e melanoma.

Nel corso degli anni il concetto di cellule staminali tumorali ha subìto una profonda evoluzione: inizialmente le CSCs venivano considerate una popolazione cellulare con caratteristiche stabili e chiaramente definite. Viceversa, gli studi più recenti mostrano come le CSCs siano delle cellule altamente dinamiche, che cambiano frequentemente il loro assetto epigenetico, metabolico e fenotipico in risposta a sollecitazioni del microambiente.

L’elevata adattabilità delle CSCs a condizioni ambientali avverse fa sì che queste cellule in molti casi riescano a sopravvivere alle terapie antitumorali come chemioterapia o radioterapia. Una delle strategie di sopravvivenza messe in atto dalle CSCs consiste nell’entrare in una sorta di letargo, chiamato “quiescenza” o “dormienza”. In questo stato le cellule sospendono la moltiplicazione cellulare, abbassano le attività metaboliche ed esprimono una serie di fattori responsabili per la resistenza alle terapie.

Le cellule staminali tumorali possono anche migrare dal tumore per formare le metastasi, riproducendo il tumore in altri organi del corpo. Durante questo processo le CSCs possono entrare in una fase di quiescenza chiamata latenza metastatica e rimanere silenti per molti anni prima di ricominciare a moltiplicarsi e formare il tumore nei siti metastatici. Questo fenomeno è particolarmente importante per quei tumori che tendono a ripresentarsi dopo lungo tempo, come il cancro della prostata e una parte dei tumori della mammella. Pertanto studiare le CSCs, e in particolare i meccanismi della quiescenza, è di estrema importanza per identificare nuove terapie in grado di eliminare le cellule resistenti e di prevenire le recidive tumorali.

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