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CdL Infermieristica e docenti:“Ecco perché ritengo plausibile un incidente durante il percorso evolutivo universitario”

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CdL Infermieristica:“Ecco perché ritengo plausibile un incidente durante il percorso evolutivo universitario”
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il progresso della carriera da professore Universitario in Italia, probabilmente ha subito un’Incidente durante il suo percorso storico; in quest’articolo esporrò le mie considerazioni e conoscenze sulla tematica, per permettere consapevolezza ai lettori e favorire la nascita di fautori del cambiamento.

Partendo dall’esperienza da studente del corso di laurea in Infermieristica, ho cercato di approfondire la questione; parto con il dire che: Professori di un determinato insegnamento all’interno dell’università si può divenire per nomina diretta, da parte del coordinatore d’istituto (senza concorso) e l’esistenza di normative vigenti utili ad interfacciarsi nel mondo della carriera da professore e dirigente d’Università.

Con questo articolo sarà possibile conoscere la realtà ed aumentare le conoscenze sulle normativa e della loro applicazione sulla questione.
Dal seguente link: https://www.miur.gov.it/reclutamento-nelle-universita è possibile iniziare a conoscere la tematica. Sarebbe utile al fine di conoscere maggiormente il fenomeno, alimentare di un dibattito costruttivo, finalizzato alla rivalsa della questione; potremo riuscire ad analizzare nel miglior dei modi la questione, ad esempio raccogliendo testimonianze, pareri, considerazioni e maggiori conoscenze sulla normativa vigente, per riuscire ed attuare diverse soluzioni.

Il motivo per cui ritengo plausibile un incidente durante il progresso del sistema Universitario:
Constatando la presenza di normative sulla questione, quali rendono chiaramente identificabile delle durate massime di durabilità per i ruoli rivestibili (Professore straordinario a tempo determinato, Ricercatori a tempo determinato, Contratti triennali, Assegnista di ricerca, ecc ecc). Sembrerebbe che: questi tetti massimi di durabilità siano infranti perché non si osservano cambiamenti all’interno delle dirigenze dei corsi di laurea da almeno un decennio. Mi chiedo, è possibile che chi è a capo della funzione organizzativa delle sedi universitarie stia continuando ad esercitare un ruolo che avrebbero dovuto terminarlo?

Ciò che si osserva oggi è la persistenza accettata sudditanza ad un sistema gerarchico, di fatto, al momento il sistema universitario prevede l’esistenza di una dirigenza finalizzata allo svolgimento della funzione organizzativa ed un pubblico studentesco che debba attenersi a quanto emanato/preteso/ricercato dalla dirigenza.

Ritengo che il mancato rinnovo della classe dirigenziale al coordinamento delle lauree triennali e conseguentemente anche a causa della possibilità di esercitare una continua influenza anche sulla classe dirigenziale che va formandosi con le lauree magistrali, renderebbe il sistema in una sorte di blocco autoritario, difatti, il conseguimento del titolo Universitario di 2° livello risulterebbe passepartout per ricoprire la carica da dirigente all’interno dei corsi di laurea, ma è necessario considerare che al momento la stessa classe dirigenziale al potere, può ricoprire contemporaneamente diversi ruoli anche nel sistema organizzativo e didattico all’interno delle classi magistrali e triennali; in aggiunta a ciò, sappiamo che sussiste un ridotto e selettivo accesso di studenti per le classi magistrali.

Essendo stato uno studente del corso di laurea in Infermieristica, con un’esperienza di 8 anni all’interno del corso di laurea in Infermieristica di una sede distaccata dell’università di Milano, ritengo che il vissuto verificabile potrebbe essere considerato piano di contrapposizioni e v’incoraggio a trovare e condividere i paradossi che necessiterebbero di un cambiamento.

Riporto una delle mia ecclatanti esperienze: premetto che per tutti gli 8 anni di appartenenza alla stessa sede universitaria, ho avuto gli stessi tutor con il titolo di professore a contratto, questi tutor sussistevano anche dapprima alla mia immatricolazione…

Paradossalmente: Un giorno, durante il tirocinio clinico, quando chiesi al mio tutor clinico perché mai dovessi svolgere determinati carichi didattici, esso rispondeva più o meno in questo modo: sono diventato un tutor esperto, attieniti alle mie indicazioni. Quel giorno andai a casa con il rimorso di essere incapace di raggiungere gli Standard richiesti dallo stesso; tuttavia dopo anni da quell’evento, non raggiunsi mai quanto richiesto, però quando chiesi con fermezza i razionali scientifici e le ricerche scientifiche di quella modalità didattica proposta, nessuno è riuscito a fornirmi quanto richiesto, lasciandomi successivamente la scelta di dover abbandonare la dirigenza di riferimento per non incombere alla necessità di continuare a seguire metodiche didattiche prive di un fondamento razionale chiaramente esaminabile e che non permettevano un desiderato raggiungimento dell’obiettivo didattico.

Se prima ero focalizzato a dare il massimo, raggiungere i risultati attesi, oggi sono interessato ad esaminare con onestà e coraggio intellettuale le diverse metodiche didattiche proposte, come anche il comportamento dell’organizzazione che si prefigge ad assicurarle; differentemente ritengo che: un comportamento che accetti tutto ciò che viene proposto dall’alto senza consapevolezza dell’esistenza di una ricerca scientifica, potrebbe addirittura causare danni al benessere psichico degli studenti, specie se determinate variabili come ad esempio: conoscenza del livello di stress/ansia/ecc. ecc. degli studenti alle prese con determinate metodiche didattiche non verrebbero incluse come oggetto delle diverse ricerche; difatti, noi studenti non sapremmo mai se essi siano da considerare efficaci ed efficienti al raggiungimento degli obiettivi didattici ma soprattutto in grado di conoscere se essi siano causa di danni al nostro sistema fisico-psichico e sociale o se la stessa organizzazione nasconderebbe ad esempio conflitti d’interesse o l’assenza di vere e proprie ricerche condotte secondo il metodo scientifico.

Se prima ero focalizzato ad accettare tutto ciò che fosse imposto dall’alto, oggi cerco di rendermi partecipe nell’esaminare le condizioni e dialogare per trovare nuove strade, proporre ed incitare gli studenti ed i governanti a divenire artefici e partecipativi per migliorare il vissuto degli studenti all’interno del sistema Universitario; ad esempio incentivando la partecipazione attiva degli studenti nella realtà organizzativa, svolgimento e partecipazione di ricerche scientifiche sulle metodiche didattiche; per permettere non solo una continua analisi sul fenomeno ma anche per permettere di riscontrare la necessità di cambiare strada quando necessario, per evitare il rischio di continuare a percorrere strade che potrebbero rivelarsi dannose per l’intera società.

Cosa potrebbe fare il governo per migliorare il vissuto degli studenti:

  • Prevedere ed accertare l’effettivo ricambio generazionale nella dirigenza delle sedi universitarie.

Prevedere misure utili per rendere gli studenti partecipi nella scelta delle metodiche didattiche ma anche nelle funzioni organizzative.

Cosa potremmo fare noi studenti:

Riportare le nostre perplessità, fare in modo di portare alla luce la realtà, pretendere e trovare soluzioni per favorire i cambiamenti ricercati, non lasciarci trascinare passivamente in un sistema Universitario che si prefigge all’autoritarismo, adoperarsi per divenire attori del cambiamento.

Claudio Rallo

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