La due giorni di trattative che si è svolta all’Aran, al termine di sette mesi di incontri e in seguito all’approvazione della Legge di bilancio, non ha portato all’accordo con le rappresentanze sindacali per giungere alla firma della preintesa per il Contratto collettivo nazionale del comparto Sanità 2022-2024, che interessa oltre 580mila dipendenti non medici del Servizio sanitario nazionale.
Si sono dichiarati favorevoli all’intesa i sindacati Nursind, Cisl e Fials, che rappresentano il 47% dei lavoratori, mentre non erano d’accordo il Nursing Up, la Cgil e la Uil, non permettendo così di raggiungere alla maggioranza in seno alla rappresentanza sindacale, indispensabile per la firma del contratto. Il rinnovo avrebbe garantito ai lavoratori un aumento medio mensile di 172 euro per 13 mensilità, oltre a numerose innovazioni contrattuali.
“Sono deluso per il mancato accordo raggiunto – commenta il presidente Aran, Antonio Naddeo, al termine della seduta – perché c’erano tutte le condizioni per firmare e avviare rapidamente la trattativa per il Ccnl 2025-2027. Va detto poi, che al di là dell’aspetto economico, comunque rilevante, non potranno essere applicati molti degli istituti che avrebbero da subito migliorato le condizioni lavorative e di vita dei lavoratori del comparto sanità.
Ora è difficile capire cosa succederà in futuro, perché in queste due intense giornate di contrattazione abbiamo esplorato tutte le vie per giungere a un accordo, e inoltre sta per partire il periodo di elezioni delle Rsu (Rappresentanze sindacali unitarie), in cui diventerà più aspro il conflitto sindacale e sarà oggettivamente complicato programmare nuovi incontri per il rinnovo del Contratto per il Comparto Sanità. Tengo a precisare – aggiunge Naddeo – che fino a questa mattina sembrava possibile arrivare alla firma, poiché abbiamo cercato di rispondere positivamente alle richieste poste anche ieri dalle organizzazioni sindacali, in particolar modo di chi sembrava volere la definizione della trattativa.
Una disponibilità alla firma che, invece, è mancata quando abbiamo proceduto alle dichiarazioni per la sottoscrizione, previste dalla normativa, da parte di Cgil e Uil – di cui era ampiamente nota la contrarietà all’intesa – ma anche da parte del Nursing Up, nonostante Aran abbia inserito nella versione finale del Contratto tutte le richieste esplicitate questa mattina dallo stesso sindacato in un comunicato stampa.
Evidentemente, bisogna ricordare che la contrattazione è una mediazione e non è possibile ottenere tutto. Il paradosso amaro è che quello che due anni fa andava bene a tutti i sindacati per il rinnovo del precedente contratto, oggi sembra non bastare, eppure il nuovo Ccnl aggiunge e non toglie sia in termini di risorse sia di innovazioni per i lavoratori”, conclude il presidente Aran.
Redazione Nurse Times
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