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Cavie umane: sempre più giovani neolaureati italiani aderiscono

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Sempre più giovani neolaureati devono confrontarsi con la crisi occupazionale che affligge i lavoratori italiani. Si tratta prevalentemente di giovani tra i 19 e 34 anni, soprattutto maschi. Questo è anche il profilo delle persone che decidono di offrirsi volontariamente come cavie umane.

Quando capisci che la laurea non serve, le provi tutte per arrivare a fine mese. Fare da cavia umana è una di queste”.

Questa è la testimonianza di Fabio, trentenne romano che per far quadrare i conti ha deciso di mettere a disposizione il proprio corpo per la ricerca. Si è offerto volontario nei tanti laboratori farmaceutici, per testare medicinali in via di sperimentazione.

Negli ultimi 3 mesi si sono presentati 1400 volontari italiani nelle cliniche svizzere.

Sui siti web dei centri di sperimentazione farmacologica viene solitamente pubblicato un bando. Via mail si lasciano i propri dati e si risponde ad una specie di questionario. Si viene ricontattati via Whatsapp o sms per un primo screening in cui valutano sia il profilo fisico che mentale”, racconta Fabio.

La “cavia” ha riferito di aver avuto solamente giramenti di testa e nausea. In compenso è riuscito a guadagnare ben 800 euro in tre giorni. Nel 2015 un paziente sottoposto a sperimentazione di un farmaco analgesico morì e altre sei riportarono sintomi gravi. Fabio si dichiara però consapevole di tutti i rischi e pericoli derivanti dagli studi ai quali si sottopone.

La maggior parte dei farmaci utilizzati nei test sull’uomo sono principi attivi già introdotti sul mercato, per i quali si cerca di trovare nuove indicazioni terapeutiche. Gli studi riguardanti prodotti mai sperimentati rappresentano una minoranza. I rischi non sono assenti, gli effetti collaterali più comuni sono nausea, mal di testa o debolezza. Raramente gli effetti collaterali sono stati più severi portando a danni permanenti. I costi delle cure, in questi casi, sono stati rimborsati dall’assicurazione a cui ogni centro di sperimentazione fa riferimento.

Nuovi centri di sperimentazione stanno avviando la ricerca di cavie umane soprattutto al nord Italia (Verona, Milano, Varese, Pavia e Como) ma è possibile trovarne anche a Catania, Cagliari e Pisa. I volontari non possono essere retribuiti direttamente pertanto ottengono un rimborso spese proporzionale alla durata dei test per una cifra compresa tra i 600 e i 3000 euro. Le cavie vengono identificate con un codice identificativo nazionale finalizzato ad evitare che venga superato il numero massimo delle due sperimentazioni annue.

Simone Gussoni

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