Home Infermieri ECM e FAD Cavicchi: una “Task Force” nazionale contro il demansionamento e favorire lo sviluppo delle competenze degli infermieri
ECM e FADInfermieri

Cavicchi: una “Task Force” nazionale contro il demansionamento e favorire lo sviluppo delle competenze degli infermieri

Condividi
Condividi

 

Anche il prof. Cavicchi tra i protagonisti delle tre giornate di Pugnochiuso. Il sociologo riprende il tema delle competenze specialistiche degli infermieri, il comma 566 e rilancia la sua proposta: creare una “Task Force” nazionale presieduta da esperti che offrino consulenza a tutti gli infermieri che denunciano un’organizzazione del lavoro che li demansiona, subendo di conseguenza anche delle ritorsioni.

Il prof. Cavicchi risponde ai nostri microfoni sul tema dominante, il comma 566: “Io penso, anche per le dichiarazioni che ha fatto il ministro della sanità, che la concertazione se si farà, dovrà includere i medici per cui si dovrà divenire ad un accordo. Credo che si debba ridefinire il ruolo dell’infermiere anche per sviluppare la legge 42 ma credo anche che si dovrebbe definire il ruolo del medico perché anche lui ha dei problemi grossi.

Uno dei problemi più grandi del medico è la forte burocratizzazione; anche il medico ha il problema del demansionamento; anche il medico rischia di essere sostituito da professioni che costano meno.

A me sarebbe piaciuto che il comma 566 avesse un incipit diverso e l’incipit che gli avrei scritto non è quello che è stato scritto “fermo restando…” avrei scritto semplicemente così: siccome esiste il limite economico che ci sta tartassando, siccome la sanità è finanziata sempre di meno, siccome il contenzioso legale aumenta, siccome la domanda di salute cresce, siccome il cittadino è cambiato decidiamo di metterci d’accordo per rinnovare i nostri rispettivi ruoli professionali”.

Altro tema affrontato è quello del demansionamento. Il prof. rilancia la sua proposta.

 

Il demansionamento è innanzitutto un problema che riguarda tutte le professioni anche se con forme diverse. Nel caso specifico dell’infermiere il demansionamento è duplice:

  1. normativo: l’infermiere non è quello che dovrebbe essere rispetto al profilo professionale. Questo il primo che io definisco post ausiliarietà, cioè abbiamo superato il rapporto di ausiliarità però siamo rimasti in “ausiliarietà di fatto”
  2. funzionale: quando un infermiere svolge mansioni improprie. In genere le mansioni svolte sono tutte riferibili a mansioni inferiori rispetto a quelle che dovrebbe fare, quello che normalmente volgarmente io chiamo il tappabuchi.

Questa situazione che fino a qualche anno fa era più o meno sporadica, più o meno diffusa, adesso diventata la regola. E’ diventata la condizione di lavoro della stragrande maggioranza degli infermieri, quindi il demansionamento non è un incidente casuale, ma è una scelta politica. Si usano le professioni per sottopagarle attraverso il demansionamento.

La mia proposta è che sull’immediato le rappresentanze sindacali, gli organi collegiali degli infermieri si organizzino per contenere questo fenomeno e siccome il demansionamento colpisce in genere singoli infermieri o piccoli gruppi di infermieri che nella mia esperienza si trovano malissimo perché non sono coperti, non sono spalleggiati, non sono rappresentati, anzi, a volte capita che quando l’infermiere si va a lamentare del demansionamento viene punito, viene trasferito in reparto più o meno duro o viene messo a fare mansioni peggiori. Questo bisogna evitarlo!! Secondo me bisogna costituire una “task force” nazionale finanziata da Ipasvi e formata da esperti giuristi, esperti dell’organizzazione del lavoro e che all’atto della denuncia che arriva dall’infermiere sul luogo di lavoro intervengono per sostenerlo, per dargli consulenza. Questo significa attivare da subito un’azione generale a livello nazionale per combatterlo perché la cosa che più mi preoccupa è che noi il demansionamento lo stiamo subendo e lo stiamo subendo passivamente!!!”

Una proposta che non possiamo che fare nostra e portarla all’attenzione degli infermieri e dei nostri rappresentanti.

Giuseppe Papagni

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *