Non solo la lunga attesa per via di un disguido burocratico. Alla collega Chiara Capaldi, che da dicembre effettua tamponi per conto di una farmacia, è stato infine somministrato il vaccino anglo-svedese, anziché quello americano Pfizer, riservato agli operatori sanitari.
E’ un astoria a dir poco curiosa, quella di Chiara Capaldi, infermiera 35enne di Cassino (Frosinone) che dallo scorso dicembre, dopo aver lavorato nel reparto di Terapia intensiva Covid dell’ospedale Gemelli di Roma, effettua tamponi per conto di una farmacia cassinate. Al contrario dei farmacisti, però, non ha ricevuto il vaccino anti-Covid fino a mercoledì 14 aprile, quando – cosa ancor più curiosa – è stata vaccinata con… AstraZeneca.
Insomma, dopo quasi tre mesi di attesa (ha aderito alla campagna vaccinale a fine gennaio), non le è stato somministrato il siero statunitense Pfizer, riservato agli operatori sanitari, bensì quello prodotto dall’azienda anglo-svedese, ormai non più indicato per gli under 60. “In mancanza di un riscontro da parte dell’Asl Frosinone – racconta lei stessa a Frosinone Today – mi sono rivolta all’Opi Frosinone e mi hanno detto che avrei dovuto aspettare”.
Si arriva così agli inizi di marzo e alle e-mail inviate agli Uffici per le relazioni con il pubblico della Regione Lazio e dell’Azienda sanitaria locale: “Dall’Urp della Asl mi hanno riferito di non aver ricevuto gli elenchi dei libero-professionisti. Ho girato queste osservazioni al mio Ordine, che invece mi ha confermato che erano stati inviati”. A quanto pare, dunque, gli elenchi non sarebbero arrivati a destinazione.
Il 20 marzo, dopo un ulteriore scambio di mail, “l’Ordine mi ha fatto sapere che saremmo stati calendarizzati a partire da quello stesso giorno e, in assenza di ulteriori riscontri, il mio avvocato ha inviato all’Asl una diffida per omissione di atti”. Lunedì 12 aprile, finalmente, “mi hanno chiamato per riferirmi che avrei potuto essere vaccinata alla Casa della Salute di Pontecorvo con AstraZeneca”.
Il resto è storia. Una storia che vede ancora senza vaccino tanti colleghi di Chiara che svolgono la libera professione con partita Iva, anche nella sfera dell’assistenza domiciliare a carico di pazienti fragili.
Redazione Nurse Times
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