Situazione di grave disagio all’ospedale Santo Spirito. Le segreterie provinciali dei sindacati Fials, Cse Sanità, Nursind, Cub Sanità e Ugl Salute proclamano lo stato di agitazione.
“Ho fatto l’ultimo riposo il 4 giugno e il prossimo lo avrò il 15: undici giorni tra l’uno e l’altro. È così che si pensa di far fronte alle ferie nella sanità pubblica? E ci vengono chieste anche prestazioni aggiuntive”. Così Vincenzo Miceli, consigliere comunale e infermiere all’ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato (Alessandria), si fa portavoce delle lamentele di molti colleghi per la carenza di personale che sta mettendo alle corde chi rimane in servizio.
“Molti dei miei colleghi – aggiunge Miceli – non offriranno più prestazioni aggiuntive, perché si disincentiva l’assunzione di nuovo personale. Per di più l’accordo sindacale del 2021 prevedeva di ricorrere a questa misura in modo temporaneo e con un compenso di 50 euro. Invece già dall’agosto scorso ne riceviamo solo 30. Di fronte a un concorso per infermieri con più di 900 candidati ci permettiamo il lusso di bocciarne più della metà, quando il bisogno è al massimo”.
Per questo motivo le segreterie provinciali dei sindacati Fials, Cse Sanità, Nursind, Cub Sanità e Ugl Salute hanno proclamato lo stato di agitazione, “che prevede una convocazione dal prefetto entro cinque giorni tra noi e l’Asl”, come spiega Salvo Lo Presti (Nursind), aggiungendo che “con la necessità di recuperare le liste d’attesa il lavoro in estate aumenterà, senza personale a sufficienza”.
A elencare le problematiche più stringenti è Stefania Gallo (Cse Sanità): “Le criticità sono la carenza cronica di personale, la richiesta di prestazioni aggiuntive, il blocco della mobilità volontaria interna, il disallineamento tra organico previsto dalla Regione e quello approvato dalla nostra Asl, e poi la mancata indizione di nuovi bandi per amministrativi, tecnici, sanitari”.
Redazione Nurse Times
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