Il segretario della Uil Fpl, Claudio Salvadori, affonda il colpo sul Consiglio di amministrazione: “I conti non tornano”
“Il Consiglio di amministrazione della casa di riposo Regina Elena di Carrara ha cassato pochi giorni fa le proteste dei lavoratori di cui mi sono fatto portavoce dicendo che il numero di infermieri in azienda è corretto. Anzi, ce ne sono pure in più. Chissà dove li nascondono… Perché fra sabato e domenica, secondo quanto riportano i nostri referenti, due infermieri sono stati costretti a lavorare dalle 13 fino a 17 ore al giorno per garantire il servizio nei turni scoperti.
Mancava un lavoratore su quello dalle 16 alle 22 e dalle 22 fino alle 7 del mattino. E durante questa settimana appena iniziata sono ancora previsti quattro turni scoperti per una unità infermieristica, tre al pomeriggio e uno al mattino. Allora dove sono questi esuberi? Il Cda li tiene nascosti nella manica o forse non sa far di conto? Propendiamo per la seconda ipotesi che spiegherebbe molte altre cose”. E’ esterrefatto il segretario della Uil Fpl, Claudio Salvadori, che in questi giorni ha ricevuto nuove e veementi lamentele da parte dei dipendenti della casa di riposo Regina Elena.
Proteste che sono state esasperate dalle recenti dichiarazioni del Consiglio di amministrazione durante una recente seduta della commissione bilancio e partecipate congiunta con la commissione sociale di Carrara: “Va tutto bene, madama la marchesa. Ormai lo ripetono come un mantra. Hanno terminato le procedure concorsuali per l’assunzione di infermieri e personale amministrativo e avrebbero rilevato che il numero di infermieri assunti in Rsa sarebbe addirittura superiore alle linee guida di settore di due unità.
Caspita! Ci si aspetterebbe una super efficienza nella struttura: e invece continuiamo a ricevere segnalazioni di infermieri costretti a fare il doppio turno per coprire le assenze, anche su fasce consecutive, arrivando a lavorare dalle 15 alle 17 ore.
Allora i conti non tornano e invitiamo magari il Cda a confrontarsi con i sindacati, turnazioni alla mano, anche in commissione per dimostrare che la situazione non è quella descritta dai lavoratori. Altrimenti prendano in mano i problemi e li risolvano.
Perché questo sovraccarico di lavoro riguarda anche gli Operatori socio sanitari, che non hanno riscontro né dalla direzione né dalla cooperativa in appalto. Chi lavora al Regina Elena è oggi stanco, fisicamente e mentalmente: si rischia il collasso! Per questo – conclude Salvadori – invitiamo l’azienda e il socio di maggioranza a un incontro urgente per discutere dei problemi e individuare le migliori soluzioni da attuare in tempi brevi e anche con una visione a lungo termine”.
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