Iscrivere gli studenti ai corsi Asa (ausiliario socio-assistenziale) e Oss (operatore socio-sanitario), mentre l’ambasciata Italiana all’estero effettua le pratiche per la dichiarazione di valore del titolo di studio straniero per l’accesso al corso, come stabilito dalla norma. Questa la proposta, a titolo sperimentale, formulata da Simona Tironi, assessore regionale all’Istruzione, formazione e lavoro della Lombardia.
Una proposta che risponde alle numerose denunce riguardanti la carenza di personale Asa e Oss nelle strutture regionali, nonché alle richieste dei centri di formazione, che faticano a formare nuove professionalità per via dei lunghi tempi burocratici delle ambasciate per il riconoscimento di titoli.
“In via del tutto eccezionale e per un periodo di sei mesi, qualora sia accertata e dimostrata la difficoltà di ottenere in tempi brevi la dichiarazione di valore del titolo di studio straniero quale requisito di accesso – spiega Tironi – è consentito iscrivere gli allievi ai corsi Asa e Oss in attesa del completamento delle procedure da parte dell’ambasciata. L’ente di formazione dovrà comunque accertarsi del livello di scolarizzazione dell’allievo in fase di iscrizione e sollecitarlo alla presentazione della dichiarazione di valore appena possibile“. In ogni caso la dichiarazione di valore dovrà essere presente agli atti prima dell’esame finale.
Il corso Asa ha una durata di 800 ore (di cui 350 di teoria, 350 di tirocinio e 100 di esercitazioni). Per accedervi è necessaria la licenza media. I corsi possono essere in orario mattutino, oppure in orario serale e, in certi casi, anche per tutta la giornata, in base all’organizzazione del centro formativo.
Al termine del percorso formativo che si svolge in circa cinque mesi, il personale si occuperà di prestare assistenza alle persone in condizioni di fragilità momentanea (per esempio a seguito di un ricovero o del decorso di una malattia destinata alla guarigione) o stabile (persone affette da disabilità dalla nascita o sopraggiunta, malati non autosufficienti o parzialmente autosufficienti). E’ quindi d’aiuto per soddisfare i cosiddetti bisogni primari (vestirsi, nutrirsi, effettuare spostamenti, lavarsi) e per promuovere la loro socializzazione.
Se necessario, il personale Asa si occupa anche della cura e dell’igiene dell’ambiente e dell’assistito, svolge piccole commissioni e pratiche burocratiche, si occupa delle relazioni con il territorio e i servizi. Inoltre lavora al domicilio, oppure in strutture pubbliche o private sociosanitarie (residenze per persone anziane o diversamente abili, servizi di assistenza domiciliare, centri diurni per anziani o per persone diversamente abili, centri diurni riabilitativi, comunità terapeutiche).
Il corso Oss ha invece una durata di 1.000 ore (di cui 450 di teoria, 450 di tirocinio e 100 di esercitazioni) e in nove mesi prepara il personale a svolgere le sue mansioni in tutti i servizi del settore sociale e sanitario, in strutture di tipo socio-assistenziale e sociosanitario, residenziali e semiresidenziali, collaborando con gli infermieri. In particolare, l’operatore socio-sanitario si occupa di assistenza diretta, intervento igienico-sanitario e di carattere sociale, supporto gestionale, organizzativo e formativo.
Nell’avviso informativo l’assessore Tironi sottolinea inoltre che le traduzioni asseverate, a eccezione dei cittadini ucraini e dei rifugiati qualora sia chiaro il livello di scolarizzazione, non costituiscono titolo idoneo per l’accesso ai corsi Asa e Oss e agli esami finali.
“Questa proposta – conclude Tironi – è un’eccezione temporanea per far fronte alla situazione di emergenza e garantire la presenza di personale qualificato nelle strutture regionali. Eventuali controversie tra i fruitori dei corsi e gli enti accreditati erogatori riguarderanno esclusivamente le due parti interessate e non coinvolgeranno in alcun modo Regione Lombardia“.
Redazione Nurse Times
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