Reclutare personale sanitario dall’India. Sarebbe questa l’idea della Regione Piemonte per sopperire alla carenza di infermieri negli ospedali. Un’idea avanzata anche dal Governo. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha parlato infatti di un accordo con Nuova Delhi per facilitare l’arrivo in Italia dei professionisti. Senza dimenticare che la Regione Lombardia si è mossa per prendere accordi con Argentina e Paraguay che preved le prime assunzioni a fine anno.
“L’accordo con l’India è pronto, curato direttamente dal ministero dell’Interno e da quello della Salute – conferma l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Federico Riboldi –. Questo patto permette di garantire l’equipollenza dei titoli, e dunque di lavorare qui. Puntiamo ad ampliare la stessa procedura con altri Paesi, come ad esempio Argentina o Brasile, che hanno buoni standard assistenziali e verso i quali possiamo essere attrattivi”.
Proprio in questi giorni, ma attraverso canali diversi, è stata inoltre annunciata la disponibilità di 19 medici israeliani a lavorare tra il Novarese e il Vercellese. Sarebbero professionisti in procinto di trasferirsi in Piemonte a causa del conflitto in corso nel loro Paese, oppure già residenti nella zona. In questo modo si prova a recuperare operatori per assecondare un piano che prevede 2mila nuove assunzioni in sanità entro il 2024.
La posizione di Nursind Piemonte
In vista dell’incontro programmato per il 17 ottobre e dedicato all’Osservatorio regionale sul fabbisogno e sulle assunzioni di personale sanitario, Nursind Piemonte esprime forti preoccupazioni in merito alla proposta dell’assessore Riboldi, ritenendo che tale strategia non rappresenti una soluzione efficace al problema della carenza di infermieri. E denuncia anche una mancanza di investimenti reali per valorizzare la figura dell’infermiere nel sistema sanitario pubblico.
Secondo Nursind Piemonte, i dati relativi alle assunzioni non sembrano incoraggianti e gli obiettivi prefissati, già considerati insufficienti per coprire il reale fabbisogno di personale, non sono stati raggiunti. La preoccupazione principale è che, nonostante gli sforzi, non si faccia abbastanza per risolvere una situazione che rischia di compromettere la qualità dei servizi offerti.
Per Nursind Piemonte, dunque, l’importazione di infermieri dall’estero non può risolvere la crisi. Il vero problema, afferma il sindacato, è l’attrattività della professione infermieristica in Italia. Troppi giovani scelgono di non intraprendere questa carriera, mentre molti di quelli già formati decidono di emigrare o di passare al settore privato, in cerca di migliori condizioni economiche e di lavoro. E il ricorso a personale straniero, con meno aspettative salariali, potrebbe ridurre ulteriormente l’interesse dei giovani italiani per la professione, e persino accelerare l’esodo di quelli già in servizio.
La posisione di Opi Torino
Anche Opi Torino esprime contrarietà per la proposta di importare infermieri dall’estero. “Esprimo grande preoccupazione per i livelli di qualità e di sicurezza delle prestazioni assistenziali – dice il presidente Ivan Bufalo -. Occorre ottenere il riconoscimento della validità del titolo di studio e sostenere l’esame di italiano presso un Ordine professionale, in modo che sia certificata la capacità anche linguistica di interagire con i pazienti”.
Redazione Nurse Times
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