Due infermieri e un medico risultano iscritti nel registro degli indagati per il caso di Domenico Di Rocco, detenuto 43enne del carcere di Castrogno, a Teramo, trovato privo di vita nella sua cella martedì mattina. Il pm Silvia Scamurra ha aperto un fascicolo d’indagine sulla morte dell’uomo, apparentemente dovuta a causa naturali, e disposto l’autopsia, eseguita ieri e alla quale ha partecipato un consulente di parte della famiglia, affiancando l’anatomo-patologo designato.
Stando a una prima ricostruzione dei fatti, la notte prima del decesso i tre indagati avrebbero visitato Di Rocco, che soffriva di patologie psichiatriche e aveva riferito di non sentirsi bene. La difesa riteneva la detenzione in carcere non compatibile con le sue condizioni. Per questo aveva chiesto la misura alternativa degli arresti domiciliari, che l’uomo aveva però rifiutato per non convivere con la madre, oppure il trasferimento in una comunità protetta.
A dare l’allarme era stato il compagno di cella, notando che Di Rocco non rispondeva quando aveva tentato di svegliarlo. I soccorsi erano stati immediati si sono rivelati inutili. La vittima, di etnia rom, era in carcere da dicembre, quando si era allontanato dagli arresti domiciliari per telefonare da un bar ai carabinieri e chiedere di tornare in carcere, riferendo che a casa litigava troppo con sua madre. Doveva scontare vent’anni per un cumulo di pena legato a vari reati contro il patrimonio.
Redazione Nurse Times
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