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Cambio divisa, Ao Cannizzaro dovrà pagare un totale di 200mila euro a 74 infermieri

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Ascoli, il Tribunale dà ragione a 400 infermieri: tempo tuta da retribuire
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Lo ha stabilito la Corte d’Appello, confermando la sentenza di primo grado. Esulta il sindacato Nursind, che ha promosso e supportato la vertenza.

Confermando la sentenza di primo grado del 2019, la Corte d’Appello di Catania, sezione lavoro, ha respinto il ricorso dell’Azienda ospedaliera Cannizzaro di Catania, condannandola a pagare gli infermieri per il tempo necessario al cambio della divisa. L’importo complessivo dovrebbe ammontare a circa 200mila euro, corrispondenti a quanto i 74 lavoratori interessati avrebbero dovuto percepire per dieci minuti ogni giorno negli ultimi cinque anni.

“Le motivazioni della decisione della Corte di Appello sulla infondatezza del ricorso da parte del Cannizzaro si ascrivono nel solco di un’ampia giurisprudenza in materia, che negli anni si è consolidata, nonostante a Catania qualche altra sigla avesse perso proprio in Corte d’Appello”, scrive in una nota Nursind Catania, che ha promosso e supportato in ogni fase la vertenza degli infermieri.

Aggiunge Salvatore Vaccaro, segretario territoriale e vicesegretario nazionale del sindacato: “Molti dubbiosi della prima ora, sempre pronti a screditare l’operato degli altri, hanno in più occasioni manifestato e minimizzato questa azione di rivalsa. Ebbene, oggi possiamo affermare che ancora una volta Nursind ha ragione, e questa ulteriore sentenza, che coinvolge 74 lavoratori, è la dimostrazione che non bisogna fermarsi al primo ostacolo nella corsa ai propri diritti”. 

E ancora: “Questa ennesima vittoria deve far comprendere a tutti i lavoratori che i diritti non possono essere calpestati o disconosciuti. Le azioni di rivalsa, adeguatamente coordinate e supportate, premiano la caparbietà di un sindacato che crede e sostiene i lavoratori al fine di riportare le responsabilità sulle spalle di chi dimentica di averle, e non certo di chi si sottrae alle battaglie, blaterando scuse e motivi inconsistenti”.

Redazione Nurse Times

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