Il giudice del lavoro ha fissato un risarcimento di circa 42mila euro per il periodo 2010-2015, stabilendo che il diritto spetta anche al personale turnista che ha lavorato più di sei ore.
Accogliendo il ricorso del sindacato Nursind contro l’Azienda sanitaria provinciale, il giudice del lavoro del Tribunale di Messina ha stabilito che i buoni pasto spettano anche al personale turnista che ha lavorato più di sei ore. Per effetto della trelativa sentenza l’Asp dovrà ora risarcire circa 42mila euro di buoni arretrati a 19 dipendenti dell’ospedale di Taormina per il periodo tra il 2010 e il 2015.
Il Tribunale di Messina ha ricordato la giurisprudenza favorevole ai lavoratori. In particolare, quella della Suprema Corte, secondo la quale “il diritto alla fruizione del buono pasto non ha natura retributiva ma costituisce un’erogazione di carattere assistenziale, collegata al rapporto di lavoro da un nesso meramente occasionale, avente il fine di conciliare le esigenze di servizio con le esigenze quotidiane del lavoratore”. Proprio per la tale natura “il diritto al buono pasto è strettamente collegato alle disposizioni della contrattazione collettiva che lo prevedono”.
Secondo i giudici, “il lavoratore deve beneficiare di un intervallo per pausa qualora l’orario di lavoro giornaliero ecceda il limite di sei ore” e “la consumazione del pasto e il conseguente diritto alla mensa sono collegati alla pausa di lavoro ed avvengono nel corso della stessa”. Un diritto, ribadisce la sentenza, che neanche eventuali problemi legati alle risorse finanziarie disponibili possono scalfire.
“La sentenza – spiega Ivan Alonge, segretario provinciale del Nursind – fa il paio con quella recentemente ottenuta per i dipendenti dell’ospedale Papardo di Messina e apre la strada a una nuova raffica di ricorsi. A breve si attende l’appello per il ricorso di alcuni lavoratori all’ospedale di Milazzo. Andremo avanti fino a quando le aziende non riconosceranno e metteranno a regime il pagamento dei buoni, continuando a tutelare i diritti sacrosanti dei lavoratori”.
Redazione Nurse Times
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