E’ notizia di ieri il sit-in degli Infermieri del Blocco Operatorio dell’Ospedale “Perrino” di Brindisi
I colleghi lamentano una situazione che ormai ha raggiunto livelli in cui non è più possibile avere nemmeno una vita privata.
L’attività operatoria continua grazie allo sforzo ed al sacrificio degli Infermieri che, però, è diventato insostenibile.
Quella del reparto Operatorio è una realtà molto particolare che, se non organizzata con sapienza e con una strategia valida, rischia di mettere in serio pericolo la salute dei lavoratori e, di conseguenza, la sicurezza del paziente che afferisce a questo Servizio.
In un panorama Internazionale e Nazionale in cui la Clinical Governance assurge al ruolo di protagonista, come dettato dal Ministero della Salute, non è più accettabile che si verifichino tali scenari che non portano a nessun obiettivo di guadagno in termini di Salute collettiva, anzi, il contrario.
I professionisti Infermieri hanno un ruolo centrale nella gestione del Rischio Clinico, insieme ai Professionisti Medici e le politiche per il miglioramento della qualità delle cure richiede uno sforzo comune, ma il processo è realizzabile anche prevedendo la giusta dotazione di personale e la giusta condizione lavorativa.
Abbiamo esempi emblematici di realtà virtuose, come la Toscana o l’Emilia Romagna, che hanno investito sul Risk Management per assicurare ai cittadini la migliore qualità possibile delle cure.
Purtroppo quanto sta accadendo nel nosocomio brindisino è sintomo di un fallimento della catena gestionale che ha sicuramente ripercussioni sulla collettività in termini di erogazione dell’assistenza. Non è concepibile che un Servizio complesso come il Blocco Operatorio venga trascurato talmente tanto da costringere gli Infermieri a questi atti di forza.
La formazione richiesta ad un Infermiere di sala operatoria ha caratteristiche di complessità molto marcate e contiene in sé numerose criticità. E’ impensabile voler mandare avanti un’organizzazione complessa come quella senza nessun investimento a livello di numero di operatori in primis e di formazione del personale, oltre ad un’assenza di leadership.
Da strumentista con carriera ventennale fornisco tutto il mio appoggio morale ai colleghi brindisini.
Anna Di Martino
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