Venuto a conoscenza della triste storia di Viviana Delego, il pontefice ha voluto far sentire la priopria vicinanza a Giacomo Cofano, che a sua volta ha scritto una lettera di ringraziamento a chi, senza fortuna, ha tentato di salvare sua moglie.
Una lettera scritta di suo pugno e una telefonata per essere vicino a chi sta soffrendo per un dolore tremendo. Così papa Francesco ha voluto far arrivare il suo sostegno a Giacomo Cofano, marito di Viviana Delego, la donna di 41 anni originaria di Pezze di Greco, frazione di Fasano (Brindisi), morta lo scorso 17 dicembre all’ospedale Perrino di Brindisi, dopo aver dato alla luce due gemelli.
A rendere noto l’intervento del Santo Padre è stato non solo don Donato Liuzzi, vicino alla famiglia della donna, che si è rivolto al pontefice, ma anche lo stesso Giacomo attraverso i social. “A conclusione di questo Natale mi arriva una telefonata da un numero anonimo. Pronto, Giacomo, buonasera, sono papa Francesco – scrive l’uomo su Facebook -. I dettagli della telefonata rimarranno per sempre custoditi nella mia testa, ma soprattutto nel mio cuore”.
Emozionato anche il sacerdote che ha fatto da intermediario. “Mi è difficile rompere il silenzio, ma lo faccio per dare eco all’intima gioia gustata nel giorno del Natale del Signore insieme al nostro carissimo Giacomo, provato dalla morte della moglie – scrive -. Ho sentito l’ardire di bussare al cuore di papa Francesco per raccontare di Viviana e dei gesti di vicinanza del nostro popolo. Il papa, con umiltà disarmante, mi ha indirizzato una lettera di vicinanza e ha telefonato a Giacomo. Ringraziamo la maternità della Chiesa, visibile negli umili gesti del papa”.
Secondo quanto riferito dall’Asl Brindisi, Viviana, madre di un’altra bambina, è arrivata in ospedale in condizioni critiche. Era in stato di gravidanza gemellare pretermine e il suo quadro clinico racconta di “eclampsia, distacco di placenta e rottura delle membrane”. E’ stata operata d’urgenza, ma durante il taglio cesareo si è presentata “una coagulazione intravascolare disseminata (Cid) e atonia uterina”.
Tutte le procedure mediche, chirurgiche e di terapia intensiva previste dal caso “sono state messe in atto”, ha riferito sempre l’Asl, ma per la donna non c’è stato nulla da fare. Dei due gemelli, il maschietto è stato dimesso, mentre la sorellina è ancora nel reparto di terapia intensiva neonatale. “Viviana – scrive Giacomo nel suo post – continuerà a vivere per sempre”.
Ma il neo-papà ha voluto anche ringraziare attraverso una lettera gli operatori sanitari che si sono mobilitati per salvare sua moglie, purtroppo senza fortuna. Una lettera consegnata ai medici del reparto di Terapia intensiva e resa pubblica dall’Asl Brindisi. “Viviana era una donna, una moglie, una mamma fuori dal comune – ha scritto Giacomo -. Mi spiace che non abbiate avuto la possibilità di conoscerla. Amava la vita, ma soprattutto amava la famiglia, tanto da sacrificare la sua vita per darla a due fantastiche creature: Edoardo Maria ed Emilia Maria”.
E ancora: “È vero, il normale schema della vita non dovrebbe essere questo. Non è giusto che due splendidi gemelli non avranno mai la possibilità di conoscere la loro mamma, né che una bimba di sei anni (Emma Maria) non possa più abbracciare la sua stella. Ma dietro tutto questo dolore, dietro tutta questa ingiustizia c’è comunque un aspetto positivo. Aver conosciuto tutti voi, di cui non ricordo i nomi, ma che per cinque, lunghi e speranzosi giorni siete stati gli angeli custodi di mia moglie, della mamma dei miei figli. Aver visto le lacrime nei vostri occhi mi ha fatto capire tutta la vostra umanità e quanto abbiate sudato, studiato per cercare di dare una speranza a Viviana. Ma purtroppo, così come mi avete insegnato, in medicina due più due non fa mai quattro. Sento comunque il dovere di ringraziarvi da parte mia, di mia figlia (che spero possa fare il vostro lavoro) e di tutta la mia famiglia per l’impegno, la professionalità e l’umanità che vi rendono dei veri e propri angeli custodi in carne e ossa. Con affetto, Giacomo”.
Redazione Nurse Times
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