La professione infermieristica nell’ultimo decennio sta attraversando una profonda crisi occupazionale che spinge molti infermieri ad emigrare all’estero.
Gli ultimi dati dello studio effettuato dall’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) palesano che la migrazione di infermieri italiani verso UK è aumentata del 70% nel triennio 2012 – 2015. Ci si reca in Gran Bretagna non solo per una opportunità occupazionale ma anche per la mancata stabilità dei contratti in Italia (eccessiva precarietà) e principi di demansionamento.
Ma oggigiorno alla luce dell’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea sono potenzialmente reali le ripercussioni nel settore lavorativo per la nostra figura professionale. Innanzitutto grane amministrative, in quanto fino a qualche ora fa, ai colleghi con cittadinanza britannica, era permesso circolare in UE semplicemente esibendo la Carta di Identità: ora invece dovrà essere presentato un visto per viaggiare in Europa Continentale (44 dei 219 Paesi richiedono un visto ai cittadini britannici).
Con molta probabilità il potere d’acquisto della moneta (la Sterlina) sarà drasticamente ridotto nei confronti dell’Euro.
Un Sistema Sanitario Britannico, NHS (National Health Service), già in crisi negli ultimi anni a seguito di riforme del settore sanitario pubblico e privato, caratterizzato da personale proveniente dall’Europa.
Ivana Bartoletti, impiegata del sistema sanitario nazionale sostiene:
“omissis ……La Gran Bretagna è cresciuta economicamente grazie all’immigrazione, è spiacevole pensare che si voglia condannare al declino e trascini l’Europa verso altre spinte indipendentiste.…omissis”.
Ad oggi un infermiere inglese ha una retribuzione minima di 21.478 sterline annue che equivalgono a 32.648 Euro. Gli stipendi medi di un infermiere italiano, con 15 anni di esperienza, e al netto del blocco contrattuale in vigore dal 2009, si aggirano sui 25 mila Euro lordi/annui.
Quanto verrà penalizzato, alla luce dell’uscita dalla UE, il salario dei professionisti che continueranno a lavorare in UK?
Ci saranno adeguamenti contrattuale al possibile crack economico e alla caduta del potere di acquisto della Sterlina all’Estero?
Nel lontano 1973 Claudio Baglioni cantava “W l’Inghilterra”……….
CALABRESE Michele
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