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Bonus Natale di 100 euro per i lavoratori dipendenti: un incentivo controverso

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Bonus Natale per i lavoratori dipendenti: un incentivo controverso
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Nel quadro delle politiche di sostegno al reddito per il 2024 l’articolo 2-bis, comma 1 del Decreto legge 9 agosto 2024, n. 113, convertito con modificazioni dalla Legge 7 ottobre 2024, n. 143, ha introdotto una misura tanto attesa quanto discussa: un bonus una tantum di 100 euro, noto come Bonus Natale, destinato ai lavoratori dipendenti. Questa somma extra sarà erogata, insieme alla tredicesima mensilità, ai lavoratori che rispettano determinati requisiti reddituali e familiari. Di seguito un approfondimento a cura del sindacato Nursind.

Chi può accedere al Bonus Natale?

Il provvedimento si rivolge a diverse tipologie di famiglie, in particolare:

  • Famiglie conviventi – Se la coppia è sposata o registrata come unione civile, con almeno un figlio a carico e un reddito complessivo che non supera i 28.000 euro, potrà ricevere il bonus.
  • Famiglie monogenitoriali – Secondo la normativa, un nucleo monoparentale si configura quando il figlio è affidato a un solo genitore, oppure quando l’altro genitore è deceduto o non ha riconosciuto il figlio. Questi criteri hanno sollevato non poche polemiche, poiché escludono una fetta significativa di famiglie monogenitoriali, in particolare quelle di genitori separati giudizialmente con affidamento condiviso.

Le famiglie escluse dal Bonus Natale

Uno degli aspetti più controversi riguarda proprio la definizione di famiglia monogenitoriale. Le regole attualmente in vigore ignorano i casi di genitori separati che vivono in abitazioni diverse, situazione molto comune in Italia. Solo in circostanze eccezionali, come l’affidamento esclusivo del figlio, il genitore singolo può accedere al bonus. Inoltre i criteri escludono le famiglie in cui l’altro genitore non paga l’assegno di mantenimento, aggravando ulteriormente le difficoltà economiche di chi deve provvedere ai figli con un solo stipendio.

Un disincentivo all’occupazione femminile?

Il meccanismo che regola l’accesso al Bonus Natale ha sollevato critiche anche da un punto di vista sociale e culturale. Molti osservatori vedono nel provvedimento un possibile disincentivo all’occupazione femminile, in contrasto con le dichiarazioni del Governo che, in altre sedi, aveva annunciato di voler promuovere politiche volte all’inclusione lavorativa delle donne. Il bonus, infatti, tende a privilegiare famiglie in cui un coniuge, spesso la donna, non lavora, riflettendo un modello familiare tradizionale che non rispecchia la realtà di molte famiglie moderne.

I limiti delle misure di sostegno in Italia

A differenza della maggior parte dei Paesi europei, l’Italia non prevede strumenti efficaci di sostegno alle famiglie monogenitoriali. L’unica eccezione è rappresentata dalla Provincia autonoma di Bolzano, che ha introdotto un sistema di anticipazione del mantenimento per i genitori che non ricevono l’assegno dall’ex partner. Questo significa che molte famiglie si trovano ad affrontare gravi difficoltà economiche, senza l’aiuto di misure statali adeguate.

Bonus mirato o platea ristretta?

I critici del provvedimento sottolineano che il numero reale di beneficiari del Bonus Natale potrebbe essere molto inferiore rispetto a quanto indicato nelle stime ufficiali, che parlano di circa 1,1 milioni di lavoratori. Tale numero si basa esclusivamente su dati reddituali, senza tenere conto delle complesse dinamiche familiari che regolano l’accesso al bonus.

C’è inoltre chi solleva dubbi sull’effettiva volontà del Governo di aiutare le famiglie più in difficoltà. Alcuni esperti ritengono che i criteri restrittivi per accedere al bonus abbiano l’effetto di limitare drasticamente il numero di beneficiari, penalizzando le famiglie monogenitoriali e scoraggiando, in alcuni casi, il riconoscimento legale dei figli da parte dei padri.

Domande aperte

Restano quindi aperti diversi interrogativi. Il ministro competente sarà chiamato a chiarire il numero effettivo di destinatari del Bonus Natale e a spiegare il razionale che ha portato alla definizione dei criteri di accesso. Inoltre sarà fondamentale comprendere se questi stessi criteri saranno mantenuti per eventuali future elargizioni di contributi statali a sostegno di lavoratori e famiglie.

In un contesto di crescente precarietà economica, soprattutto per le famiglie con un solo reddito, l’urgenza di risposte concrete si fa sentire sempre più forte. L’auspicio è che eventuali, future modifiche possano rendere più inclusivi ed equi i meccanismi di sostegno, rispondendo in modo più adeguato alle necessità delle famiglie italiane.

Redazione Nurse Times

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