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Betsy, donna malata di SLA, organizza una festa speciale prima del suo suicidio assistito

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Betsy, donna malata di SLA, organizza una festa speciale prima del suo suicidio assistito 2
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Betsy Davis, donna 41enne affetta da molto tempo da Sclerosi Laterale Amiotrofica, ha deciso di porre fine alle sue sofferenze grazie al suicidio assistito.

La donna ha inviato il seguente messaggio a tutti i suoi amici e parenti:

“Siete invitati ad una festa che durerà due giorni. Non ci sono regole. Indossate ciò che volete, dite ciò che pensate, cantate, ballate, pregate, ma non piangete davanti a me. Ok, una regola c’è”.

L’email è stata recapitata a decine di persone, selezionate da Betsy all’inizio del mese scorso.

Aveva da tempo preso la decisione di interrompere ogni cura finalizzata a prolungare la propria esistenza. Sfruttando una recente legge entrata in vigore negli Stati Uniti ha potuto assumere il farmaco che l’avrebbe fatta cadere in un profondo coma dal quale non si sarebbe più risvegliata. Il party è stato organizzato nel minimo dettaglio e, trascorsi due giorni tra musica e risate, all’orario prestabilito, tutti gli invitati hanno circondato la festeggiata attorno al suo letto per accompagnarla verso un lungo viaggio di sola andata verso la morte.

Ogni istante della festa è stato immortalato nelle immagini dell’Associated Press. La casa con portico ha creato un placido sfondo agli ultimi momenti di vita di Betsy. È stato possibile peccepire un’atmosfera di calma e serenità. Le risate, i sorrisi e le espressioni dei presenti hanni fatto capire che si trattasse di un’esperienza unica nella vita e del tutto irripetibile. L’unica regola stabilità è stata mantenuta: non e stata versata nemmeno una lacrima.

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Le premesse erano chiare: ”Sarà un party diverso da quelli ai quali avete partecipato in passato. È richiesta resistenza emotiva”.

Nonostante le intenzioni si è trattato di un’esperienza non semplice per tutti i presenti:

Per me e per tutti coloro che sono stati invitati è stato molto difficile, ma senza dubbio saremmo stati lì per lei. Andare a trascorrere un bel fine settimana che sarebbe terminato con un suicidio, dopo aver riso, scherzato e essersi divertiti, non era una cosa facile da pensare”.

Le difficoltà non hanno impedito a tutti di rendere le ultime ore di Betsy indimenticabili. Qualcuno ha suonato l’armonica a bocca, un’altra invitata si è esibita con il violoncello. Sono stati serviti cocktail e pizza per tutti e sono stati proiettati i film che hanno caratterizzato la vita di Betsy.

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Ovviamente è stato difficile per me. Lo è ancora adesso”, raccontata la sorella, “Gli amici hanno capito quanto soffriva e rispettato la sua decisione. Hanno fatto in modo che fosse un’occasione gioiosa. Quello che Betsy ha fatto le ha dato la più bella morte che qualsiasi persona potrebbe desiderare”.

Simone Gussoni

Fonti: Il Messaggero

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