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Autonomia differenziata, c’è l’ok definitivo: il Ddl Calderoli è legge. Ecco cosa prevede

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Autonomia differenziata, c'è l'ok definitivo: Il Ddl Calderoli è legge. Ecco cosa prevede
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L’autonomia differenziata è legge. Dopo l’okay del Senato, la Camera ha infatti approvato in via definitiva (172 voti favorevoli 99 contrari e un astenuto) il disegno di legge recate “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione”, che definisce procedure legislative e amministrative per giungere a un’intesa tra lo Stato e le Regioni che chiedono ulteriori autonomie. Vediamo cosa prevede il testo (vedi allegato) del provvedimento, nono anche come Ddl Calderoli.

Richieste

Nel testo è specificato che le richieste di autonomia devono partire su iniziativa delle stesse Regioni, sentiti gli enti locali. In particolare, si legge: “Si stabilisce che l’atto di iniziativa sia preso dalla Regione interessata, sentiti gli enti locali, secondo le modalità previste nell’ambito della propria autonomia statutaria. L’iniziativa di ciascuna Regione può riguardare la richiesta di autonomia in una o più materie o ambiti di materie e le relative funzioni. Segue il negoziato tra il governo e la Regione per la definizione di uno schema di intesa preliminare”.

Materie

Le materie su cui si può chiedere l’autonomia sono 23. Tra queste ci sono Tutela della salute, Istruzione, Sport, Ambiente, Energia, Trasporti, Cultura e Commercio estero. Sono 14, poi, le materie definite dai Lep, (livelli essenziali di prestazione).

Determinazione dei Lep

La concessione di una o più “forme di autonomia” – è specificato nel testo – è subordinata alla determinazione dei Lep, cioè i criteri che determinano il livello di servizio minimo che deve essere garantito in modo uniforme sull’intero territorio nazionale. La determinazione dei costi e dei fabbisogni standard, e quindi dei Lep, avverrà a partire da una ricognizione della spesa storica dello Stato in ogni Regione nell’ultimo triennio.

Principi di trasferimento

L’articolo 4, modificato in Aula al Senato da un emendamento di FdI, stabilisce i principi per il trasferimento delle funzioni alle singole Regioni, precisando che sarà concesso solo successivamente alla determinazione dei Lep e nei limiti delle risorse rese disponibili in legge di bilancio. Dunque senza Lep e il loro finanziamento, che dovrà essere esteso anche alle Regioni che non chiederanno la devoluzione, non ci sarà autonomia.

Cabina di regia

Il testo prevede anche una cabina di regia: composta da tutti i ministri competenti, assistita da una segreteria tecnica, collocata presso il Dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie della Presidenza del Consiglio. Dovrà provvedere a una ricognizione del quadro normativo in relazione a ciascuna funzione amministrativa statale e delle regioni ordinarie e all’individuazione delle materie o ambiti di materie riferibili ai Lep sui diritti civili e sociali che devono essere garantiti in tutto il territorio nazionale.

Tempi

Il Governo entro 24 mesi dall’entrata in vigore del ddl dovrà varare uno o più decreti legislativi per determinare livelli e importi dei Lep. Mentre Stato e Regioni, una volta avviata, avranno tempo cinque mesi per arrivare a un accordo. Le intese potranno durare fino a dieci anni e poi essere rinnovate. Oppure potranno terminare prima, con un preavviso di almeno dodici mesi.

Clausola di salvaguardia

L’undicesimo articolo, inserito in commissione, oltre a estendere la legge anche alle Regioni a statuto speciale e le province autonome, reca la clausola di salvaguardia per l’esercizio del potere sostitutivo del governo. L’esecutivo può sostituirsi agli organi delle Regioni, delle città metropolitane, delle province e dei comuni quando si riscontri che gli enti interessati si dimostrino inadempienti, rispetto a trattati internazionali, normativa comunitaria oppure vi sia pericolo grave per la sicurezza pubblica e occorra tutelare l’unità giuridica o quella economica. In particolare, si cita la tutela dei livelli essenziali delle prestazioni sui diritti civili e sociali.

I quattro ordini del giorno di Forza Italia

Prima del via libera definitivo al provvedimento, la Camera ha approvato i quattro ordini del giorno con cui Forza Italia ha inteso porre la propria impronta al disegno di legge sull’autonomia. Dopo il parere favorevole espresso dal Governo per voce del ministro Roberto Calderoli, sono stati accolti i paletti azzurri che prevedono lo stop ai negoziati con le Regioni fino alle definizioni dei Lep con legge delega anche “sugli atti di iniziativa sui quali il confronto sia stato già avviato prima dell’entrata in vigore della presente legge”; la relazione tecnica sull’impatto finanziario da accompagnare ai decreti legislativi sulle intese; l’analisi dell’impatto dell’eventuale trasferimento di materie non-Lep da presentare al vaglio delle Camere; e un’applicazione “rigorosa” della facoltà del Consiglio dei ministri di limitare l’ambito delle materie oggetto di intesa.

ALLEGATO: Testo del Ddl

Redazione Nurse Times

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