L’Helicobacter Pylori (H.P.) è un batterio comune, soprattutto nei paesi in via di sviluppo
Un’eventuale infezione sostenuta da H.P. si rende responsabile di malattie digestive come la gastrite, l’ulcera peptica, fino al cancro allo stomaco in tarda età.
Il batterio causa l’ulcera peptica danneggiando il rivestimento della mucosa di stomaco e duodeno.
La celiachia è è una infiammazione cronica dell’intestino tenue, scatenata dall’ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti.
Il glutine è la frazione di alcuni cereali, quali frumento, orzo e segale.
Un recente studio pubblicato sulla rivista Journal of Gastroenterology and Hepatology ha valutato se esiste o meno un collegamento tra la celiachia e l’infezione da Helicobacter Pylori.
L’infezione da Helicobacter pylori (HP) può influenzare le risposte infiammatorie e immunitarie nell’intestino; e può pertanto svolgere un ruolo nello sviluppo dell’enteropatia correlata al glutine, in individui geneticamente predisposti.
A tale scopo hanno lavorato in sinergia pediatri, gastroenterologi e patologi guidati dal Dott. Manish Narang (professore presso la University College of Medical Sciences, Delhi, India).
L’obiettivo dello studio è stato valutare la relazione tra malattia celiaca e infezione da HP nei bambini.
Per questo sono stati reclutati 324 partecipanti, bambini (1-18 anni) con diagnosi di malattia celiaca, precedentemente sottoposti a biopsia gastrica e duodenale ed istologia duodenale.
Un altro gruppo, invece, è stato composto da pazienti non celiaci, con relativa dimostrazione endoscopica.
Sono state studiate le percentuali di prevalenza dell’HP nei bambini celiaci rispetto alla prevalenza dell’HP nel gruppo di bambini non celiaci.
Sono stati anche valutati i fattori predittori di infezione da HP nei bambini con malattia celiaca.
Ricordiamo che il grado di severità della celiachia è identificata in base ai cambiamenti istologici secondo la classificazione di Marsh (modificata da Oberhuber nel 1999) nel seguente modo:
- Marsh I: lesione caratterizzata da linfocitosi intraepiteliale, non specifica di malattia celiaca;
- Marsh II: lesione determinata da linfocitosi intraepiteliale associata ad ipertrofia delle cripte;
- Marsh III: implica riduzione dell’altezza dei villi da lieve a grave.
Dei 324 pazienti con malattia celiaca, l’infezione da HP è stata osservata in 37 pazienti (11.4%).
La prevalenza di HP nei pazienti non affetti da malattia celiaca era significativamente più alta e pari al 50%.
Inoltre, tra i soggetti celiaci, l’infezione da HP è stata più frequente nei pazienti con Marsh IIIa.
Dall’analisi di regressione graduale dei fattori di rischio di infezione da HP, in pazienti celiaci, si è rilevata la presenza di gastrite ed emoglobina come predittori indipendenti.
In conclusione, in questo lavoro, la celiachia e l’infezione gastrica da helicobacter pylori hanno mostrato una relazione inversa.
Gli autori infine, evidenziano la necessità di ulteriori ricerche atte a stabilire se lo sviluppo dell’ infezione da HP conferisca o meno una protezione nei confronti della celiachia.
L’Helicobacter pylori è un batterio microaerofilo Gram-negativo.
La terapia di eradicazione dell’Helicobacter pylori mira da un lato a debellare il patogeno mediante uno o più antibiotici; dall’altro a privarlo dell’ambiente acido in cui vive attraverso l’impiego di farmaci inibitori della pompa protonica.
A tal proposito si utilizza generalmente un trattamento “d’urto” che consiste nella somministrazione congiunta, per 7-10 giorni, di un paio di antibiotici e di un inibitore della pompa protonica.
Tra gli antibiotici di più comune impiego si ricordano: l’amoxicillina, la claritromicina, il tinidazolo, la tetaciclina ed il metronidazolo; mentre tra i più usati inibitori della pompa protonica figurano l’omeprazolo, l’esomeprazolo, il lansoprazolo e la ranitidina bismuto citrato.
Tra i diversi approcci terapeutici utilizzati, quelli che hanno più successo sono la triplice terapia e la terapia sequenziale.
La terapia sequenziale, non è nient’altro che una duplice terapia con amoxicillina e un inibitore della pompa protonica (IPP, es. omeprazolo) per 5 giorni, seguita poi da una triplice terapia per gli altri 5 giorni.
La triplice terapia viene usata in tutti i casi di infezione da H.pylori secondo varie combinazioni, usate nei diversi casi.
Dopo qualche settimana dal termine del trattamento, il medico prescrive nuovi esami diagnostici per accertarsi dell’avvenuta eradicazione dell’Helicobacter pylori.
Attualmente sono in fase di sperimentazione anche vaccini in grado di prevenire l’infezione da Helicobacter pylori, che hanno già dimostrato una buona efficacia in modelli murini e nei primi studi di fase I su soggetti umani.
CALABRESE Michele
Fonte:
https://www.farmacoecura.it
ttp://onlinelibrary.wiley.com
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