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Assistente infermiere, il Coina scrive alla Fnopi: “Profondo dissenso sulla posizione favorevole assunta dalla Federazione”

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Nasce la figura dell'assistente infermiere: le critiche della Federazione Migep
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Nel seguente comunicato stampa la posizione di Marco Ceccarelli, segretario nazionale del sindacato Coina, e il testo della missiva inviata alla Fnopi.

Ci sentiamo in dovere, in queste ore, nel momento in cui il dibattito culturale sulla discussa e controversa posizione dell’assistente infermiere si fa legittimamente sempre più acceso, di ribadire fermamente la nostra posizione, coerentemente con quanto espresso finora, senza voler assolutamente entrare a gamba tesa su coloro che la pensano diversamente, ma ragionando, analizzando in modo cosciente ed equilibrato i fatti, cercando il dialogo e il confronto con gli altri attori della sanità, con l’obiettivo concreto di porre, alla doverosa attenzione della collettività una questione strettamente legata al presente e al futuro delle professioni sanitarie e, come diretta conseguenza, alla qualità della tutela della salute della collettività.

Siamo rimasti veramente sorpresi in merito alla posizione favorevole della nostra Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi), e non solo per le ragioni di fondo che sosterrebbero la loro assai poco condivisibile tesi, secondo la quale ci troveremmo di fronte, grazie all’assistente infermiere, a un’evoluzione positiva della professione. Ciò che ci lascia interdetti è anche il modus operandi con cui si è arrivati, da parte della Fnopi, a costruire e difendere tale posizione.

Non condividiamo affatto, da parte dei vertici della Federazione, il non aver “disegnato” gradualmente un doveroso percorso di confronto dialogo, in merito alla questione dell’assistente infermiere, lasciando quindi che le associazioni, gli Opi e le società scientifiche, che ricordiamolo fanno parte della Consulta della Fnopi, si ritrovassero, dall’oggi al domani, con questa “patata bollente” nelle mani, totalmente all’oscuro di tale percorso intrapreso in merito alla nuova figura sanitaria fortemente voluta dalle Regioni, e senza di conseguenza la possibilità di esprimere un parere, di cui non si può non tener conto.

Ed è per questo che sentiamo di voler esprimere il nostro dissenso con una lettera ufficiale che abbiamo appena inviato all’attenzione della dott.ssa Mangiacavalli, presidente della Fnopi, esprimendo la nostra palese divergenza, non solo nei confronti della posizione favorevole all’inserimento dell’assistente infermiere, che non possiamo assolutamente condividere, ma anche e soprattutto al modo in cui si è arrivati a tutto questo, visto che stiamo parlando della nostra Federazione, che rappresenta tutti noi, sindacati, associazioni, Ordini professionali, rispetto al cui atteggiamento ci saremmo aspettati ben altro coinvolgimento.

Riportiamo qui, fedelmente, il testo della missiva, che non vuole essere né foriero di polemica né rappresenta un attacco diretto. Giammai! Qui è in gioco la serenità del dialogo e delle relazioni di sindacati come il nostro con la Fnopi, ed è per questo che ci sentiamo in dovere di esprimere chiaramente, senza nasconderci, il nostro punto di vista, proprio perché si plachino sul nascere le tensioni, senza però mancare di far sentire forte la nostra voce su una questione davvero spinosa come quella dell’assistente infermiere.

Gent.ma Dott.ssa Mangiacavalli,
questa O.S. di categoria vuole esprimere profonda preoccupazione e dissenso riguardo alla recente approvazione, da parte della FNOPI, della figura dell’Assistente Infermiere, come già evidenziato anche dalla Federazione Europea delle Associazioni degli Infermieri (EFN) nel loro comunicato del 16 settembre 2024. La posizione della Federazione Europea, chiaramente espressa, riflette le criticità condivise non solo dalla stragrande maggioranza degli infermieri italiani, ma anche dalle principali associazioni professionali e sindacali del settore a livello europeo.

Nel documento della EFN viene sottolineato come la creazione di una nuova figura intermedia, quale l’Assistente Infermiere, non risolva i problemi cronici della carenza di personale infermieristico, ma rischi invece di compromettere la qualità dell’assistenza sanitaria e la sicurezza dei pazienti. Gli infermieri, come professionisti altamente qualificati, devono vedere riconosciute le loro competenze e responsabilità, e non essere ulteriormente marginalizzati da figure che inevitabilmente svilirebbero il loro ruolo all’interno del sistema sanitario.

L’utilizzo della denominazione di “Infermiere” creerà sicuramente confusione, come accadeva con l’infermiere generico. Inoltre, il titolo di “Infermiere” è protetto dalla Legge n. 42/1999 e dalla normativa europea, in particolare dalla Direttiva 2005/36/CE, modificata dalla Direttiva 2013/55/UE

I punti problematici, a nostro avviso, sono evidenti e concreti: Sovrapposizione di competenze e svalutazione della professione: L’introduzione dell’Assistente Infermiere rischia di creare confusione sui ruoli e sulle responsabilità all’interno del sistema sanitario. Questa figura si sovrappone a quella dell’infermiere, riducendo di fatto il valore di anni di studio e preparazione. La nostra professione si fonda su competenze complesse che non possono essere frammentate senza conseguenze negative sulla qualità dell’assistenza.

Rischio per la qualità dell’assistenza e la sicurezza dei pazienti: Aumentare il numero di figure con competenze limitate non risolve il problema della carenza di infermieri. Al contrario, potrebbe abbassare il livello delle cure prestate, mettendo a rischio la sicurezza dei pazienti. Lo studio della collega Loredana Sasso sul sistema RN4CAST, pubblicato sulla rivista della Federazione, evidenzia che ridurre il numero di infermieri o mantenere un basso livello di qualità assistenziale aumenta drasticamente l’indice di mortalità negli ospedali. La strada da seguire è potenziare il personale infermieristico, non introdurre nuovi profili di bassa qualità che, per loro stessa natura, sono meno preparati ad affrontare le complessità dell’assistenza sanitaria moderna.

Disincentivo per le nuove generazioni: Introdurre figure con meno responsabilità e competenze non farà altro che rendere la professione infermieristica ancora meno attraente per i giovani. Il rischio è che sempre meno giovani scelgano questa strada, vista l’assenza di reali prospettive di crescita, di riconoscimenti adeguati alle responsabilità e la mancanza di una retribuzione commisurata alle competenze.

Oggi, purtroppo, la professione infermieristica è percepita come poco gratificante rispetto alle elevate responsabilità che comporta, e l’introduzione di nuovi profili non fa che peggiorare questo quadro.

Un problema di leadership infermieristica: Non possiamo non sottolineare che parte di questa deriva è da imputare alla dirigenza infermieristica, che si è allineata troppo spesso a logiche aziendalistiche, trascurando il percorso di crescita della nostra categoria e favorendo il demansionamento. Gli infermieri, dagli anni 2000, avrebbero dovuto vedere una costante valorizzazione sia a livello di competenze sia di riconoscimenti economici. Purtroppo, questo non è avvenuto, e la figura dell’Assistente Infermiere rappresenta l’ennesima dimostrazione di come la nostra professione venga depotenziata anziché valorizzata.

Inoltre, ci preme sottolineare che l’apertura di nuove aree di laurea magistrale non avrà un reale seguito, poiché le aziende sanitarie non hanno, attualmente, alcuna necessità di un infermiere clinico. Già oggi, le aziende sfruttano a costo zero le competenze aggiuntive acquisite dagli infermieri attraverso i master specialistici, senza riconoscerne il reale valore.

Non è aumentando gli anni di studio che si incrementa l’attrattività della professione infermieristica, ma attraverso una vera valorizzazione delle attuali competenze, e su quello si deve lavorare.

Riteniamo sia necessario aprire un vero tavolo di confronto con gli Ordini, le Associazioni scientifiche e i sindacati per discutere seriamente su come aumentare l’attrattività della professione. Altrimenti, nei prossimi anni, la sostituzione degli

Infermieri con Assistenti Infermieri (una definizione peraltro infelice per descrivere un mero aiuto) sarà una certezza, con conseguenze gravi non solo per la nostra categoria, ma soprattutto per la qualità delle cure prestate ai pazienti.

Come sindacato, rimaniamo molto scettici su questa scelta. Riteniamo che sia una soluzione superficiale che non affronta i problemi reali e che, anzi, rischia di allontanare sempre di più i giovani dalla nostra professione, già oggi in forte crisi di attrattività. Chiediamo un ripensamento immediato e un dialogo serio e trasparente con tutti gli attori coinvolti, affinché si possa costruire un futuro migliore per la nostra professione, basato su una reale valorizzazione degli infermieri e delle loro competenze. Restiamo a disposizione per avviare un confronto costruttivo e attendiamo una cortese risposta da parte della FNOPI.

Redazione Nurse Times

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