Sono state prese in esame diverse risonanze magnetiche di soggetti che avevano come abitudine voluttuaria l’alcool
A seguito dell’analisi delle lastre è emerso che lo strato di corteccia cerebrale ove risiedono i neuroni e noto come sostanza grigia risultava parecchio rimaneggiato.
Gli effetti devastanti dell’alcool non sono limitati alla sola età adulta, bensì rappresentano un forte pericolo – e soprattutto – in età neonatale, pediatrica ed adolescenziale. Infatti già in età gestazionale, qualora la madre del prodotto del concepimento avesse abitudini alcoliche, quest’ultimo subisce danni abbastanza importanti. Si ricordano a tal proposito anomalie nello sviluppo dell’encefalo e con conseguenti effetti che si ripercuotono sul fisiologico sviluppo cognitivo (possibili ritardi e/o anomalie nell’apprendimento e nel comportamento).
Purtroppo dalla Toscana arriva un dato pressoché allarmante poiché è stimato che ogni anno 1.300 bambini sono affetti da Sindrome Feto-Alcolica.
Le alterazioni sul neurosviluppo sono state palesate da uno studio statunitense (The National Consortium on Alcohol and NeuroDevelopment in Adolescence, NCANDA), dal quale si è estrapolato che la materia grigia cerebrale subisce gravissimi danni in seguito all’assunzione di bevande alcoliche. Infatti nello studio sono stati arruolati dapprima 483 ragazzi di età compresa tra 12 e 21 anni che ancora non avevano cominciato a bere alcolici; successivamente di questo gruppo 127 giovani hanno iniziato a bere alcolici e dopo due anni 65 erano divenuti moderati bevitori e 62 forti bevitori.
I risultati hanno mostrato che l’abuso di alcol faceva si che il volume di materia grigia fosse diminuito nelle aree della corteccia cingolata anteriore, su entrambi i lati, così come nell’insula, o corteccia insulare, di destra. La corteccia cingolata svolge un ruolo primario nel controllo degli impulsi e i cambi di volume nell’area, dicono gli autori dello studio, possono essere coinvolti nello sviluppo di disturbi da abuso di sostanze durante la crescita
L’uso dannoso di bevande alcoliche è un fattore causale in oltre 200 malattie, incluso il cancro, e di situazioni d’infortunio e incidentalità. L’uso di alcol, ai livelli medi di circa 30 grammi di consumo medio pro capite, genera ogni anno, complessivamente, il 5,1% del carico globale di malattia e infortuni – misurato in anni di vita persi per malattia, disabilità o morte prematura (DALYs, Disability Adjusted Life Years)
CALABRESE Michele
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