La comunità infermieristica italiana piange la scomparsa di Francesca Flamminii, 32 anni, venuta a mancare a causa di una malattia che ha affrontato con lo stesso sorriso e la stessa forza con cui aveva scelto la professione.
Originaria di Giulianova, Francesca lavorava come infermiera all’ospedale Torrette di Ancona, uno dei principali poli sanitari del centro Italia. Ma il suo impegno andava ben oltre il turno in corsia: la sua era una professione vissuta come una chiamata a prendersi cura degli altri, dentro e fuori dall’ospedale.
Chi l’ha conosciuta la ricorda come una donna capace di ascolto autentico, presenza silenziosa e attenzione profonda verso chiunque avesse bisogno. Qualità che l’avevano portata a impegnarsi anche nel volontariato, come tutrice di minori stranieri non accompagnati e come volontaria dell’associazione “I bambini di Betania Onlus”, dove ha trasformato il suo tempo in un dono continuo per i più fragili.
Francesca Flamminii era anche una figura di riferimento per i giovani, colonna portante del Gruppo Scout di Giulianova (AGESCI). Un’educatrice naturale, capace di guidare con l’esempio, di trasmettere valori senza proclami, di esserci sempre. “Hai fino all’ultimo pensato ai tuoi ragazzi – hanno scritto gli scout nel loro commosso saluto -. Continueranno a sentire la luce della tua presenza”.
Anche il sindaco di Giulianova, Jwan Costantini, ha voluto ricordarla come “una donna piena di bontà, fede e bellezza”, sottolineando come la luce della pace donata dagli scout e accesa in municipio rappresenti oggi la testimonianza viva di ciò che Francesca Flamminii ha lasciato alla sua città.
Nel suo percorso di malattia Francesca non ha mai smesso di essere infermiera: ha continuato a prendersi cura degli altri anche quando era lei ad aver bisogno di cure, dimostrando quanto profonda fosse la sua scelta professionale e umana. Lascia il papà Mariano, la mamma Donatella e la sorella Marianna, ma anche una comunità professionale e civile più ricca grazie al suo esempio.
A Nurse Times restano il dovere e l’onore di ricordarla come simbolo di un’infermieristica fatta di competenza, umanità e servizio, quella che non fa rumore ma lascia segni indelebili. Il suo cammino continua in ogni gesto di cura che sapremo compiere guardando al suo esempio.
Anna Arnone
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