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Aritzo (Nuoro), uomo muore di infarto vicino alla guardia medica chiusa. Areus: “Soccorsi tempestivi. Infermieri in ambulanza sono altamente formati”

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Una “tragedia annunciata”. Così la comunità di Aritzo (Nuoro) definisce la morte di Nanni Mereu, 46 anni, vittima lo scorso 4 ottobre di un infarto sul suo furgone mentre tornava a casa dopo una serata trascorsa con gli amici. La guardia medica sarebbe a due passi, ma risultava chiusa. I primi a prestare soccorso sono stati proprio gli amici. Poi, dopo 25 minuti, è arrivata l’ambulanza da Sorgono, ma gli sforzi degli infermieri a bordo non sono bastati a salvare l’uomo.

“Nanni se n’è andato senza che un medico potesse salvarlo”, tuona il vicesindaco Gianluca Moro, sottolineando l’assenza della guardia medica – cosa che “accade spesso in questi mesi” – e la situazione del 118 di Sorgono, che “opera senza medici”. E aggiunge che quel territorio “è terra di nessuno”, e che il dramma del suo concittadinpo “questa storia «”è l’emblema di un diritto alla salute inesistente”.

Le precisazioni di Areus

Sulla vicenda interviene anche l’Azienda Regionale Emergenza Urgenza Sardegna (Areus), esprimendo innanzitutto vicinanza e cordoglio alla famiglia del signor Mereu: “Ogni perdita improvvisa è un dolore che colpisce l’intera comunità e rappresenta un momento di riflessione per tutti coloro che lavorano nel sistema dell’emergenza”.

Il commissario straordinario Angelo Maria Serusi entra quindi nel vivo della questione: “Ci rendiamo conto delle criticità del territorio dal punto di vista sanitario, per l’annosa carenza di medici, guardie mediche e pediatri, che rende ulteriormente complessa la stessa attività di Areus, comunque sempre presente nella sua mission istituzionale. L’impegno aziendale sarà, oltre quello operativo, quotidianamente presente, anche quello di promuovere nel breve periodo incontri con amministrazioni locali, associazioni e comitati per dare una puntuale informazione sulle iniziative in essere e su quelle da realizzare. Ciò al fine di fornire la reale misura del presidio sanitario che Areus garantisce sul territorio, specialmente in quelle aree più disagiate e interne, così come ha fatto anche nello sfortunato evento di Aritzo”.

Con specifico riferimento all’episodio di Aritzo, Areus tiene a precisare come, in caso di arresto cardiaco improvviso, il fattore realmente decisivo non sia la presenza immediata del medico, bensì la rapidità e l’efficacia dei primi interventi.

“Sul posto, in sette minuti dalla chiamata, è giunta l’ambulanza di base dotata di defibrillatore e personale addestrato alla rianimazione cardiorespiratoria”, precisa il direttore sanitario Stefano Sau, aggiungendo che la Centrale 118 ha inviato immediatamente i soccorsi e che, durante la rianimazione, i soccorritori, in stretto in contatto con il medico della Centrale operativa, non hanno mai palesato un ritmo “defibrillabile”.

Sau ripercorre quei drammatici istanti: “Nel frattempo sul posto è giunta anche l’India, l’ambulanza con l’infermiere a bordo, che ha proseguito le manovre salvavita e somministrato l’adrenalina, come da protocollo, continuando con ben sei cicli di massaggio, senza mai ripristino del ritmo sinusale e di polso, e neppure delle funzioni vitali. Situazione che ha determinato la sospensione delle manovre da parte dell’equipe sanitaria e la constatazione del decesso dopo 40 minuti di rianimazione cardiopolmonare”.

I chiarimenti sull’ambulanza infermieristica

La direzione sanitaria di Areus chierisce inoltre che l’ambulanza infermieristica non rappresenta un “mezzo senza medico”, bensì un mezzo di soccorso avanzato, con personale altamente formato e costantemente collegato con la Centrale operativa 118, in grado di fornire tutte le necessarie terapie e i protocolli operativi consolidati per la gestione dell’arresto cardiaco. L’infermiere dell’emergenza è infatti addestrato a gestire procedure di rianimazione, utilizzare il defibrillatore e somministrare farmaci in costante contatto con il medico della Centrale operativa 118. Tutto ciò secondo standard clinici analoghi a quelli adottati nei principali Paesi europei.

“Non esiste un soccorso minore: ogni infermiere del 118 rappresenta un presidio di competenza e prontezza”, puntualizza il direttore sanitario di Areus, ricordando che in gran parte del mondo il primo soccorso avanzato è affidato a paramedici o ambulanze infermieristiche. “L’infermiere di emergenza è una figura chiave del nostro sistema e merita massimo rispetto e fiducia – afferma -. La vera differenza la fanno la rapidità dell’allerta, la prontezza dei cittadini e la disponibilità di defibrillatori diffusi sul territorio”.

Anche l’intervento del comune cittadino può essere fondamentale nei casi di arresto cardiaco. Per questo Areus promuove la diffusione capillare dei defibrillatori in tutto il territorio regionale, accessibili h24, e investe nella formazione di primi soccorritori e nella telemedicina di supporto per garantire assistenza continua anche nelle zone più isolate della Sardegna. “Il nostro obiettivo è che nessun cittadino resti solo nei minuti che fanno la differenza”, concludono dall’Azienda.

La fiaccolata commemorativa

Il Gruppo Allerta in Barbagia ha annunciato una fiaccolata per venerdì 10 ottobre, ad Aritzo, una fiaccolata per commemorare Nanni Mereu e per denunciare le gravi lacune del sistema sanitario nelle zone interne della Sardegna. Tutta la comunità è invitata a unirsi con torce e striscioni per chiedere interventi urgenti. L’iniziativa prenderà il via alle 18:30.

Reddazione Nurse Times

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