Secondo i risultati di uno studio clinico pubblicato su JAMA Network e condotto da University College London, UCLH e Università di Birmingham, una risonanza magnetica più rapida ed economica è risultata altrettanto accurata nella diagnosi del cancro alla prostata rispetto all’attuale scansione da 30-40 minuti e dovrebbe essere implementata per rendere la risonanza magnetica più accessibile agli uomini che ne hanno bisogno.
Importanza dello studio
La risonanza magnetica multiparametrica (RM), con o senza biopsia prostatica, è diventata lo standard di cura per la diagnosi di cancro alla prostata clinicamente significativo. La scarsità delle risorse ne limita però l’adozione su larga scala. La RM biparametrica, che omette la sequenza di contrasto con gadolinio, è un’alternativa più breve ed economica, che offre un risparmio di tempo e di capacità per i sistemi sanitari a livello globale.
Obiettivo dello studio
Valutare se la risonanza magnetica biparametrica non sia inferiore alla risonanza magnetica multiparametrica per la diagnosi del cancro alla prostata clinicamente significativo.
Progettazione, contesto e partecipanti
Studio prospettico, multicentrico, intra-paziente, di non inferiorità su uomini mai sottoposti a biopsia provenienti da 22 centri (12 Paesi) con sospetto clinico di cancro alla prostata (livello elevato di antigene prostatico specifico [PSA] e/o risultati anomali all’esame rettale digitale) da aprile 2022 a settembre 2023, con l’ultimo follow-up condotto il 3 dicembre 2024.
Interventi
I partecipanti sono stati sottoposti a risonanza magnetica multiparametrica, comprendente sequenze pesate in T2, pesate in diffusione e sequenze dinamiche con mezzo di contrasto (DCE). I radiologi hanno riportato prima la risonanza magnetica biparametrica abbreviata (pesata in T2 e pesata in diffusione), in cieco rispetto alla sequenza DCE.
Dopo l’apertura del cieco, i radiologi hanno riportato la risonanza magnetica multiparametrica completa. I pazienti sono stati sottoposti a biopsia mirata, con o senza biopsia sistematica, se la risonanza magnetica biparametrica o la risonanza magnetica multiparametrica erano suggestive di cancro alla prostata clinicamente significativo.
Risultati e misure principali
L’esito primario era la percentuale di uomini con cancro alla prostata clinicamente significativo. Gli esiti secondari includevano la percentuale di uomini con tumore clinicamente non significativo. Il margine di non inferiorità era del 5%.
Risultati dello studio
Dei 555 uomini reclutati, 490 sono stati inclusi per l’analisi degli esiti primari. L’età mediana era di 65 anni (IQR, 59-70) e il livello mediano di PSA era di 5,6 ng/mL (IQR, 4,4-8,0). La percentuale di pazienti con risultati anomali all’esplorazione rettale digitale era del 12,7%. La risonanza magnetica biparametrica non è stata inferiore alla risonanza magnetica multiparametrica, rilevando un cancro alla prostata clinicamente significativo in 143 uomini su 490 (29,2%), rispetto a 145 uomini su 490 (29,6%) (differenza, -0,4 [IC 95%, -1,2 a 0,4] punti percentuali; P = 0,50).
La risonanza magnetica biparametrica ha rilevato un cancro alla prostata clinicamente non significativo in 45 uomini su 490 (9,2%), rispetto a 47 uomini su 490 (9,6%) con l’uso della risonanza magnetica multiparametrica (differenza, -0,4 [95% CI, -1,2 a 0,4] punti percentuali). Il controllo di qualità centrale ha dimostrato che il 99% delle scansioni era di adeguata qualità diagnostica.
Conclusione e rilevanza
Negli uomini con sospetto cancro alla prostata, a condizione che la qualità dell’immagine sia adeguata, una risonanza magnetica biparametrica abbreviata, con o senza biopsia mirata, potrebbe diventare il nuovo standard di cura per la diagnosi del cancro alla prostata. Con circa 4 milioni di risonanze magnetiche prostatiche eseguite ogni anno a livello globale, l’adozione della risonanza magnetica biparametrica potrebbe aumentare sostanzialmente la produttività dello scanner e ridurre i costi a livello mondiale.
Redazione Nurse Times
Fonti
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