Zangrillo critica l’ostruzionismo di Cgil e Uil sul rinnovo dei contratti della sanità e respinge il salario minimo
Blocco del dialogo sui contratti della sanità
Il governo prepara l’incontro con i sindacati previsto per il 18 giugno, con l’obiettivo di chiudere la trattativa sul rinnovo del contratto del comparto sanità (2022‑2024). In un’intervista a La Stampa, il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, ha dichiarato che le risorse economiche necessarie sono già state stanziate: «20 miliardi sui contratti pubblici in due manovre di bilancio», sufficienti a garantire incrementi salariali del 6‑7% fino al 2030.
Tuttavia, Cgil e Uil contestano la cifra, ritenendola «poca» rispetto alle esigenze dei lavoratori. Zangrillo ha bollato questo atteggiamento come «ostruzionismo» e ha insinuato un’agenda politica da parte dei vertici sindacali, in particolare riferendosi a Maurizio Landini, accusato di «aspirazioni politiche ai tavoli negoziali».
Turnazione e parte normativa: i prossimi passi
Oltre alla parte economica, il governo intende concentrare la trattativa sulla normativa contrattuale, con particolare attenzione al miglioramento della turnazione e delle condizioni di lavoro. Secondo Zangrillo, alcuni sindacati autonomi hanno già riconosciuto che “non c’è altro da aggiungere” in termini di risorse.
Tuttavia, Cgil e Uil mantengono la loro posizione critica, evidenziando possibili lacune nella trattativa. Per il governo, invece, la priorità è già stata definita: incrementi salariali garantiti e rinnovo contrattuale costante, evitando proroghe indefinite.
Zangrillo contro salario minimo e referendum cittadinanza
Il ministro ha inoltre espresso forte opposizione al salario minimo per legge, sostenendo che in Italia esiste un’efficace contrattazione collettiva tra datori di lavoro e sindacati. Zangrillo ha precisato: «Definire i salari per legge smentisce la storia sindacale del Paese», citando la posizione della Commissione Europea che ne consiglia l’introduzione solo in assenza di negoziazione collettiva consolidata.
Anche sul tema dello Ius scholae, il governo si dice pronto ad aprire una discussione urgente, ritenendo questa misura coerente con l’«evoluzione veloce della società». Al contrario, Zangrillo ha dichiarato il suo netto rifiuto anche al referendum sulla cittadinanza, giudicandolo poco utile.
Confronto storico: contrasti nel tempo
Zangrillo ha richiamato la situazione del periodo Gentiloni (2016‑2018) – con inflazione intorno al 12% – quando pretendere troppa benzina salariale fu ritenuto fuori luogo dagli stessi sindacati: gli aumenti furono limitati al 3‑4%, ma accolti senza obiezioni. Per il ministro, la posizione attuale di Cgil e Uil risulta dunque “politica”, ammesso che «nel passato non fecero barricate».
Redazione NurseTimes
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