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SIGOT: “Sarcopenia e demenza sono patologie in aumento, ma sottodiagnosticate”

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Demenza e sarcopenia, ossia rispettivamente la compromissione delle funzioni cognitive e la perdita progressiva di massa e forza muscolare, condividono un triste destino di sottovalutazione e di ritardo diagnostico, nonostante entrambe possano minare profondamente la qualità della vita degli anziani. L’allarme parte dai geriatri di SIGOT in occasione del 39esimo Congresso SIGOT (Modena, 21-23 maggio). L’aumento della sopravvivenza sta portando anche a una crescita della prevalenza di queste patologie associate all’invecchiamento. Ma manca una piena consapevolezza da parte della cittadinanza e talvolta anche da parte dei clinici.

LA SARCOPENIA, UN’EMERGENZA SILENZIOSA CHE COLPISCE IL 37% DELLA POPOLAZIONE ANZIANA OSPEDALIERA

Condizione spesso confusa con i “normali segni” dell’invecchiamento, la sarcopenia rappresenta oggi una vera emergenza sanitaria silenziosa. Caratterizzata dalla progressiva perdita di massa, forza e funzionalità muscolare scheletrica, colpisce tra il 5% e il 10% degli anziani che vivono al domicilio, ma la percentuale cresce fino al 30% nelle strutture residenziali e supera il 37% nei reparti ospedalieri per acuti: più di un anziano su tre ricoverato in ospedale ne è affetto.

“La sarcopenia è ancora largamente sottostimata e sottodiagnosticata, nonostante le sue gravi conseguenze sulla qualità della vita, sull’autonomia e sui costi del sistema sanitario – spiega Liliana Mazza, presidente SIGOT Young –. I sintomi sono spesso scambiati per semplici segnali dell’età che avanza, ma indicano invece una condizione patologica ben precisa e potenzialmente disabilitante. Eppure proprio azioni di vita quotidiana come sollevare la spesa, camminare in una stanza, sollevarsi dalla sedia, salire un piano di scale devono porre il sospetto di sarcopenia, che va poi confermato con ulteriori accertamenti”.

E ancora: “Una recente metanalisi pubblicata su European Geriatric Medicine (gennaio 2025) ha evidenziato una scarsa consapevolezza sia tra i professionisti sanitari sia tra la popolazione. Il termine ‘sarcopenia’, inoltre, viene cercato online oltre 50 volte in meno rispetto a “demenza” e più di 30 volte in meno rispetto a ‘osteoporosi’, segnalando un grave ritardo culturale nell’attenzione alla salute muscolare”.

LA SARCOPENIA NON È INELUTTABILE: SI PUÒ PREVENIRE E TRATTARE

La sarcopenia è una malattia vera e propria, con ripercussioni importanti sulla salute pubblica: aumenta il rischio di disabilità, cadute, fratture, ospedalizzazioni e mortalità. Non riconoscerla significa rinunciare a prevenire la fragilità e la perdita di autonomia di milioni di anziani. Tuttavia, se riconosciuta precocemente, può essere trattata con efficacia.

“Un’adeguata assunzione proteica (fino a 1,5 g/kg al giorno per chi è già affetto), una regolare attività fisica e, se necessario, l’integrazione di vitamina D rappresentano le armi più efficaci per contrastarla – aggiunge Liliana Mazza –. Per ottenere risultati concreti è fondamentale un approccio multidisciplinare e una maggiore diffusione della consapevolezza tra operatori sanitari e cittadini. In quest’ottica, la SIGOT ha avviato un’indagine interna per misurare il livello di conoscenza della sarcopenia tra i suoi soci e sviluppare strategie concrete per migliorare prevenzione, diagnosi e trattamento”.

IL PESO DEI DISTURBI COGNITIVI

Secondo le stime più recenti dell’Osservatorio Demenze dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia vivono oggi oltre un milione 200mila persone con demenza; a questi vanno aggiunti circa un altro milione di soggetti con disturbo cognitivo lieve, vero campanello d’allarme per un’evoluzione in forma più grave.

Condizione cronica e a lunga evoluzione, la demenza impatta non solo sul paziente ma anche sui caregiver il cui carico assistenziale può tradursi in stress, disturbi del sonno e rischi per la salute fisica ed emotiva. Per contro, una diagnosi tempestiva e la presa in carico con la Valutazione Multidimensionale Geriatrica consentono di intercettare precocemente bisogni sanitari, sociali e ambientali, migliorando gli esiti clinici, la qualità di vita e riducendo ricoveri e costi socio‐sanitari.

IL “MODELLO DI MODENA”: INVECCHIAMENTO ATTIVO E PRESA IN CARICO DELLE DEMENZE

Sulle demenze, proprio a Modena, sede del congresso nazionale, è stato realizzato negli anni un modello integrato che unisce ospedale, territorio e comunità per prendersi cura dei pazienti e per favorire un invecchiamento attivo. Si tratta di una rete guidata dalla Geriatria Territoriale dell’Ausl di Modena. Una squadra multidisciplinare con 90 professionisti (geriatri, infermieri, psicologi, terapisti occupazionali, dietisti e chinesiologi) che opera su tutto il territorio provinciale, in stretto collegamento con ospedali, case della comunità, medici di medicina generale, specialisti territoriali e ospedalieri (compresa l’area della salute mentale) e servizi sociali.

“La vera forza del modello modenese è stata ed è la capacità di integrare cure mediche, interventi sociali e attività di prevenzione, attraverso una rete capillare di servizi e progetti dedicati alla terza età – sottolinea Andrea Fabbo, vicepresidente SIGOT e “fondatore” della geriatria territoriale modenese -. Tra le iniziative più innovative vi sono: le ‘Palestre della Memoria’, gruppi di stimolazione cognitiva per allenare la mente in un clima accogliente e sociale; il progetto ‘In Forma Mentis’, un percorso che unisce ginnastica dolce, allenamento della memoria e intervento nutrizionale, pensato per promuovere benessere e autonomia; gli ‘Ambulatori della Fragilità’, dedicati a chi rischia di perdere l’autosufficienza, con attenzione a cadute, malnutrizione, depressione, isolamento, uso scorretto dei farmaci”.

E ancora: “I Meeting Centers, luoghi a ‘bassa soglia’ dove anziani e familiari possono ricevere supporto, stimoli e orientamento, prima che la fragilità diventi disabilità; la rete Alzheimer, due centri diurni specializzati per disturbi comportamentali e un’unità ospedaliera dedicata alle emergenze comportamentali, per evitare ricoveri inutili; progetti di co-housing per anziani con demenza, per una nuova idea di abitare solidale; Comunità Amiche della Demenza, per coinvolgere la cittadinanza nella lotta allo stigma e favorire l’inclusione”.

Sempre Fabbo: “Inoltre la Geriatria Territoriale è impegnata nella formazione sia dei professionisti sanitari che di caregiver e operatori sociali. Questo modello, oltre a essere ben radicato e funzionante nella realtà locale e regionale, dovrebbe essere di stimolo per altri territori. Infatti, come nuovo direttore sanitario di una Asl sto già lavorando, con i professionisti e la direzione strategica, per poterlo applicare. Si tratta del progetto innovativo ‘Communit-action’, che prevede 7 azioni strategiche quali gruppi di cammino, palestre della memoria, ambulatori di comunità, Edu-Care Club, Telemedicina, Clinimobile (clinica mobile attrezzata per portare servizi di cure primarie e specialistici nei luoghi di prossimità) e la prescrizione sociale”.

A MODENA 500 SPECIALISTI, TRA GERIATRI E CARDIOLOGI A CONFRONTO CON I POLITICI

Il 39esimo Congresso nazionale della Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio si tiene a Modena, presso il BPER Forum “Guido Monzani”, via Aristotele, 33. Sono previsti oltre 500 specialisti dell’ambito geriatrico  insieme ad altre professionalità sanitarie (infermieri, terapisti e psicologi) provenienti da tutta Italia, di cui il 40% under 40.

L’appuntamento, che ospita anche il 18° Congresso di cardiogeriatria, rappresenta un momento cruciale per analizzare le sfide di un Paese che invecchia: un trend demografico con ricadute sanitarie, sociali, economiche. In apertura porteranno i propri saluti il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele De Pascale, e il sindaco di Modena, Massimo Mezzetti.

Presidenti del Congresso sono: il professor Lorenzo Palleschi, presidente SIGOT nazionale, direttore Uoc Geriatria e del Dipartimenti Internistico dell’Azienda Ospedaliera San Giovanni-Addolorata, Roma; Andrea Fabbo, direttore sanitario Asl Asti, già direttore socio-sanitario Ausl Modena e direttore Uoc Geriatria territoriale Ausl Modena; il professor Francesco Vetta, direttore Uoc Cardiologia UTIC Ospedale di Avezzano e professore di Cardiologia Unicamillus.

Redazione Nurse Times

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