
“Una figura già sperimentata durante la pandemia all’ospedale Niguarda e agli Ospedali San Carlo e San Paolo di Milano, e da quest’anno attivata anche in Calabria. Si chiama Caring Nurse ed è stata introdotta per la prima volta in Italia in Lombardia. Con ottimi risultati per quanto riguarda la riduzione dello stress dei pazienti, dei famigliari e del personale sanitario, nonché la riduzione delle aggressioni subite dagli operatori sanitari”. Così Calogero Coniglio, presidente dell’ANAFePC (Accademia nazionale per l’alta formazione e promozione della cultura).
“È una figura che aiuta a ridurre ansia e senso di frustrazione dei parenti, a intercettare eventuali fragilità – continua il presidente ANAFePC – e, secondo gli studi, fa diminuire episodi di aggressione fisica e verbale contro gli operatori sanitari. Una figura che si occupa dei pazienti che necessitano di assistenza sanitaria soggetti a un’attesa delicata, che spesso dura molte ore. E lo stesso avviene per i familiari o accompagnatori”.
Continua il presidente ANAFePC: “Un infermiere esclusivamente dedicato ad accoglienza, comunicazione e relazione paziente, famigliari o accompagnatori che attendono nei pronto soccorso. Una figura che umanizza un luogo spesso fonte di alta tensione, personale sanitario selezionato per capacità empatiche e comunicative, che conosce le dinamiche e i tempi del servizio di emergenza e urgenza, in grado di intercettare esigenze particolari dei pazienti. L’uso dei volontari senza preparazione specifica è risultato inefficace”.
Subito dopo il triage, il suo compito è quello di garantire al familiare in sala di attesa un costante aggiornamento sul percorso clinico e sulle condizioni di salute del proprio caro, quali esami di laboratorio e strumentali ha già fatto e dovrà fare, se è stato visitato, se deve subito interventi chirurgici, se è in attesa di una consulenza specialistica, se ha iniziato la terapia, ecc.
“La letteratura scientifica conferma che, quando il parente viene aggiornato costantemente sul percorso del paziente all’interno del pronto soccorso, affronta l’attesa in modo migliore – spiegaMaurizio Cirignotta, vicepresidente ANAFePC -. Lo stesso dicasi per il paziente in attesa, che ha svariate necessità. Necessità a cui non sempre possono far fronte i medici, infermieri e oss, impegnati nelle visite e nell’assistenza nel pronto soccorso”.
I primi sondaggi, effettuati tramite questionario anonimo su pazienti, parenti e medici dei pronto soccorso, hanno dato le conferme sulla validità dell’iniziativa per quanto riguarda la gestione dell’attesa. L’80% degli intervistati ha affermato di essere soddisfatto dell’iniziativa. Tra i principali risultati clinici raggiunti, la diminuzione dell’ansia e della preoccupazione dei familiari in attesa e una migliore possibilità di concentrazione del personale sanitario.
Ma anche una migliore possibilità di concentrazione del personale sanitario e calo di aggressioni a medici, infermieri e oss. Gli episodi di aggressione nei confronti del personale sanitario sono diminuiti del 36%. Il Caring Nurse può agevolare e ottimizzare l’efficienza del pronto soccorso e non può che far aumentare il rispetto verso gli operatori sanitari.
“E’ noto in tutto il Paese – afferma Coniglio – che nei pronto soccorso emerge una grave carenza di comunicazione tra parenti e personale sanitario, per lungo tempo le persone sostano fuori, in attesa di ricevere notizie e scaturiscono purtroppo aggressioni al personale sanitario. Non ultima la recente aggressione al medico avvenuta al Civico di Palermo e i casi di malasanità riportati sulla stampa. Auspico che questa figura innovativa possa essere introdotta al più presto in Sicilia dall’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni, anche nei pronto soccorso della nostra regione, appunto in vista della rimodulazione della rete ospedaliera. Un’occasione che non possiamo perdere”.
Sempre il presidente ANAFePC: “Riteniamo che la presenza del posto di polizia nei pronto soccorso resti una priorità per tutelare il personale sanitario dalle aggressioni e per garantire un ambiente sicuro: funge da deterrente e offre un supporto immediato in caso di necessità. Un ambiente sicuro contribuisce a migliorare la qualità delle cure e a garantire il benessere dei pazienti e degli operatori sanitari, che possono contare sulla presenza di forze dell’ordine. Ma si può fare di più, si può ancora migliorare la comunicazione con i cittadini”.
E ancora: “A differenza delle altre regioni d’Italia, la politica in Sicilia non migliora e non valorizza i rapporti con tutti i soggetti culturali, in primis con l’associazionismo, che rappresenta gli interessi dei cittadini, portando le loro esigenze alle istituzioni pubbliche, contribuisce alla creazione di posti di lavoro, promuove una cittadinanza attiva, contribuisce a contrastare fenomeni di degrado ambientale, culturale, economico e sociale”.
Conclude il presidente ANAFePC: “Considerato che l’Istat ha rilevato una maggiore distanza dalla politica nel Mezzogiorno rispetto al Nord e al Centro, esorto gli esponenti politici siciliani a considerare attentamente il ruolo fondamentale dell’associazionismo, che stimola la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, rendendoli più attivi e coinvolti nella presa di decisioni che li riguardano”.
Redazione Nurse Times
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