Riceviamo e volentieri pubblichiamo un contributo di Samuele Lombardo (foto). Di seguito l’abstract. In allegato il testo completo.
Preparare il campo sterile in modo adeguato rappresenta uno dei passaggi chiave per evitare infezioni collegate all’assistenza. E non parliamo solo delle tipiche infezioni del sito chirurgico, ma anche di quelle che si manifestano dopo procedure invasive.
Il documento, che funge da proposta di aggiornamento procedura operativa standard (SOP) rinnovata al 2025, unisce in modo abbastanza spontaneo le scoperte scientifiche più recenti, le tecnologie emergenti e i principi della Human Factors Engineering. Insomma, si cerca di garantire una maggiore sicurezza per i pazienti e un metodo asettico affidabile.
Tra i momenti critici troviamo la preparazione sia dell’ambiente sia dei materiali – con particolare attenzione a tracciabilità e a una verifica dell’integrità potenziata –, un’igiene delle mani che va oltre gli standard classici, un utilizzo affinato dei dispositivi di protezione individuale (DPI) e tecniche no-touch sviluppate per aprire e maneggiare in modo attento i materiali sterili. Inoltre si curano con attenzione la gestione proattiva della sterilità e l’adozione di protocolli chiari per affrontare possibili contaminazioni.
Il testo mette anche in risalto, in maniera non del tutto lineare, le innovazioni nei materiali – per esempio, teli con prestazioni migliorate e packaging intelligente –, ponendo l’accento sull’importanza di una formazione basata sulla simulazione e di un monitoraggio continuo. Viene altresì esaminata la varietà dei campi sterili, insieme ai rischi e alle pratiche utili per prevenire complicanze, come se si volesse ripetere il concetto per assicurarsi che non sfugga nulla.
Rimane centrale il ruolo del professionista sanitario, con il documento che enfatizza le competenze infermieristiche essenziali per portare avanti la procedura in modo efficace. Infine vengono messe a confronto in maniera schematica le differenze principali tra le metodologie adottate fino ad ora e quelle dei nuovi aggiornamenti.
In sostanza, l’obiettivo è rendere uniforme la pratica, riducendo la variabilità operatore-dipendente e minimizzando il rischio di infezioni correlate all’assistenza, nel tentativo di promuovere una cultura della sicurezza solida, flessibile e adattativa.
Samuele Lombardo
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