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Handover infermieristico: standardizzare i processi per migliorare le cure

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Le consegne infermieristiche costituiscono un aspetto basilare della comunicazione in sanità, che va curato per evitare di incorrere in eventi avversi che, oltre a creare un danno diretto alla persona coinvolta, causano una perdita di stima e fiducia nell’organizzazione. Il processo di handover, come definisce la Joint Commission, ha lo scopo di fornire informazioni sulla cura della persona assistita, sul trattamento e sui servizi, sulle condizioni attuali e su ogni cambiamento prevedibile. La comunicazione deve essere accurata per garantire la sicurezza del paziente e la continuità assistenziale.

La consegna infermieristica o handover è definita come il trasferimento contemporaneo e interattivo di informazioni sulla situazione del paziente, da un operatore a un altro. Parte integrante delle cure ospedaliere, un buon handover, oltre a garantire la sicurezza del paziente, migliora il lavoro, la qualità di cure e aumenta la soddisfazione dei professionisti.

Proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) nel 2006, con il progetto “High 5s”, ha incluso nei cinque aspetti fondamentali per migliorare la sicurezza delle persone assistite, il processo di handover. Per tale motivo le organizzazioni hanno avviato progetti di qualità volti al miglioramento di tale processo. Nonostante i progetti attivati il 4° Rapporto di monitoraggio degli eventi sentinella, pubblicato nel 2013 dal ministero della Salute, evidenzia l’estrema criticità di una comunicazione interpersonale che risulta spesso inefficace sia tra gli operatori che tra operatori e pazienti.

A riprova di quanto confermato nel rapporto diversi studi confermano che il 70% degli eventi sentinella è causato proprio da problemi di comunicazione e il 50% degli stessi è riconducibile a problemi comunicativi durante le consegne (Torri, 2015). Le conseguenze di una comunicazione imprecisa e scarsa causano danni alla persona assistita (ritardi nella diagnosi, trattamento inadeguato, omissione di cure, disagio emotivo), aumento dei costi sociali e del disagio relazionale tra operatori sanitari. Il contenuto della consegna infermieristica deve comprende una serie di informazioni necessarie per fornire assistenza completa.

Sono molti, però, i fattori che interferiscono nel permettere una adeguata consegna infermieristica: a) scarsa qualità delle informazioni; b) contesto inadeguato (luogo-ora-sorveglianza); c) gerarchia tra professionisti; d) mancanza di ruoli ben definiti; e) metodo inefficace; f) tempo insufficiente; g) fattori umani come atteggiamento, comportamento, errori di memoria etc…; h) distrazioni e interruzioni.

Secondo la Joint Commission sono proprio le interruzioni e distrazioni che svolgono un ruolo decisivo, poiché contribuiscono all’80% degli errori. La letteratura identifica varie modalità di eseguire il processo di consegna infermieristica: la consegna di tipo tradizionale o verbale, definito anche face-to-face handover.

È generalmente preferito perché non solo è occasione di trasmissione informativa, ma anche di confronto di opinioni, con possibilità di porre domande, esternare impressioni che non trovano riscontro in alcuno scritto e che possono consentire di cogliere particolari utili al seguito operativo. Inoltre aiuta l’operatore ad avere in brevissimo tempo un quadro completo della situazione clinica e facilita le funzioni macro-cognitive, ovvero il riconoscimento e l’analisi del problema, con attribuzione di significato e pianificazione dell’assistenza infermieristica.

La consegna di tipo scritta: compone le informazioni essenziali per l’accertamento sulla salute del paziente, come ad esempio dati sul progresso, farmaci, grafici, tabelle di osservazione e piani di assistenza infermieristica (Jefferies et al. 2012). Permette l’accessibilità a tutti anche a distanza di tempo ed è parte integrante della cartella infermieristica. Quest’ultima, infatti, può essere definita come lo strumento attraverso cui l’infermiere documenta il suo processo di pianificazione assistenziale e la sua attuazione.

Nonostante l’infermiere sia un incaricato di pubblico servizio e non un pubblico ufficiale, diventa tale nel momento in cui redige la cartella infermieristica, (DPR 384 del 1990, la cartella infermieristica viene riconosciuta come atto pubblico in senso lato, in quanto redatta da incaricato di pubblico servizio nell’esercizio delle sue funzioni).

I requisiti che deve possedere sono: accuratezza, veridicità, chiarezza, completezza, pertinenza, rintracciabilità. Solo compilando accuratamente la cartella infermieristica si può dimostrare di aver mantenuto un comportamento assistenziale corretto, e di essersi attenuto a protocolli condivisi. Per questo documentare costituisce una garanzia per tutte le parti coinvolte.

La consegna al letto del paziente: definita anche bedside handover, prevede che la consegna avvenga al posto letto della persona. È sostenuta come attività infermieristica che può migliorare la qualità degli scambi di informazione tra turni poiché promuove un approccio alla cura incentrato sul paziente, consentendo la sua partecipazione. Inoltre coinvolgere la persona nel processo di cura quindi ha il potenziale di personalizzare l’assistenza.

Da un lato questa tipologia di consegna aumenta la soddisfazione del paziente che può formulare domande e verificare le informazioni con la possibilità di integrare le notizie riducendo gli eventi avversi; inoltre una maggior conoscenza sul proprio stato di salute riduce i livelli di ansia e depressione, mentre aumentano i livelli di sicurezza (Ford, 2014). Dall’altro lato non tutti i pazienti hanno avuto un’esperienza positiva poiché un linguaggio troppo tecnico può creare equivoci (Torri, 2015), ed infatti (Ford, 2014) sarebbe preferibile evitarlo, per dar modo al paziente e al caregiver di partecipare attivamente al processo.

Inoltre non tutti gradiscono il medesimo livello di coinvolgimento, alcuni preferiscono un approccio prevalentemente passivo (Anderson, 2015), ed inoltre il ripetersi della consegna ad ogni turno risulta per il paziente ridonante e stancante (Torri, 2015). Dal punto di vista dell’infermiere, invece, questa tipologia di consegna permette di verificare le informazioni date durante la consegna (Anderson, 2015), visualizzare precocemente il paziente e quindi averne una visione completa (Kerr, 2014) e questo migliora la capacità di attribuire le priorità (Anderson, 2015).

Le proposte di standardizzazione a  fronte dei numerosi studi in cui si sostiene che un’errata comunicazione è alla base dello sviluppo di eventi avversi, che informazioni sulla cura dei pazienti vengono spesso perse durante i cambi di turno, la necessità di standardizzare le informazioni sta diventando innegabile. Infatti gli handover possono essere migliorati; la comunicazione strutturata e standardizzata li facilita

Non esiste un contenuto unico ma la standardizzazione può aiutare il mittente e il destinatario a comunicare almeno i dati essenziali. Spesso si individua un modello strutturato e / o un acronimo mnemonico che supporti il processo di comunicazione. Così facendo, vi sarà una diminuzione delle informazioni incongruenti, una diminuzione delle omissioni e una consegna sostenibile anche dal punto di vista della tempistica.

Autori: Gessica Angelini, Matteo De Virgiliis, Domenico Dentico, Margherita Zatton, Giulia Vainella

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