Il diabete in età pediatrica rappresenta una delle sfide sanitarie più rilevanti del nostro tempo. Si stima che in Italia ci siano circa 20mila i bambini e gli adolescenti affetti da questa patologia, con un’incidenza in costante aumento, soprattutto nelle fasce di età più basse, al di sotto dei cinque-sei anni.
Per approfondire il tema ho intervistato il dottor Francesco Mammì, pediatra esperto nella gestione del diabete infantile, che ha condiviso preziose informazioni sull’attuale situazione clinica e sulle nuove prospettive offerte dalla prevenzione e dalla tecnologia.
Nuove tecnologie per una qualità di vita migliore
Come evidenziato dal dottor Mammì, l’approccio terapeutico al diabete di tipo 1 si è trasformato grazie all’uso di insuline di ultima generazione e dispositivi tecnologici avanzati come microinfusori e sensori per il monitoraggio continuo della glicemia. “Questi strumenti hanno permesso ai giovani pazienti di condurre una vita pressoché normale, ma il loro utilizzo richiede una stretta collaborazione tra medici, famiglie e scuole per garantire una gestione ottimale della malattia”, sottolinea il pediatra.
Tuttavia una cura definitiva per il diabete di tipo 1 non è ancora disponibile. “La ricerca è costante, ma al momento la prevenzione rimane l’arma più potente a nostra disposizione”, aggiunge Mammì.
Screening precoce: un primato italiano
L’Italia si distingue a livello globale grazie alla Legge del 15 settembre 2023, n. 130, che ha istituito il primo programma nazionale di screening per il diabete di tipo 1. Questo progetto mira a identificare, nella popolazione pediatrica sana, i soggetti a rischio di sviluppare la malattia, offrendo loro un percorso di monitoraggio e intervento precoce.
Lo screening, che include anche la diagnosi della malattia celiaca, è stato avviato in via sperimentale in Lombardia, Marche, Campania e Sardegna. “Questa iniziativa è un passo avanti storico. Identificare precocemente i bambini a rischio significa prevenire complicanze e migliorare significativamente la loro qualità di vita”, afferma il dottor Mammì.
I prossimi passi
Entro il 2025, una volta concluso lo studio pilota, il programma sarà esteso a livello nazionale. Questo permetterà non solo di individuare precocemente i casi a rischio, ma anche di sviluppare strategie di prevenzione sempre più efficaci.
Prevenzione e sensibilizzazione: un impegno comune
Il dottor Mammì conclude con un appello: “Oltre ai progressi medici e tecnologici, è cruciale sensibilizzare le famiglie e le istituzioni sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce. Solo con un lavoro di squadra tra professionisti sanitari, genitori e società potremo garantire ai nostri bambini un futuro migliore”.
La lotta contro il diabete è una battaglia che coinvolge non solo il sistema sanitario, ma l’intera società. Insieme, possiamo fare la differenza per il benessere delle nuove generazioni.
Matteo Lucio Maiolo
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