Depressione, ansia, dipendenze, schizofrenia: i casi di disturbi mentali sono quintuplicati nell’ultimo decennio, con un impatto devastante soprattutto sui giovani e sulle categorie più fragili. In Italia il numero di persone affette da disabilità mentali è di 16 milioni (+6% nel 2023), con un impatto sulla spesa pari al 4% del Pil. In tutto il mondo ansia e depressione sottraggono 12 miliardi di giornate lavorative, con un costo di 1 trilione di dollari. Nasce da questi numeri allarmanti l’idea di un gruppo di deputati e senatori di dare vita a un intergruppo parlamentare sul tema della salute mentale per dare vita a misure concrete sul fronte della salute mentale.
Secondo l’ultimo World Mental Health Day Report, pubblicato da Ipsos, per il 45% degli intervistati residenti in 31 Paesi diversi la salute mentale è oggi la preoccupazione sanitaria più urgente. Rispetto al 2018 questa consapevolezza è cresciuta del 18%, rivelando una pandemia silenziosa che investe ogni angolo del pianeta. Le cifre sono allarmanti eppure le risposte non sembrano essere adeguate: oltre 2 milioni di italiani, a causa dello stigma e delle criticità del sistema, non riescono a trovare aiuto.
Ecco perché nasce l’intergruppo parlamentare “One Mental Health”, con l’obiettivo di dare impulso a misure concrete. Composto da deputati e senatori eletti nella XIX legislatura, presieduto da Ignazio Zullo, della commissione Affari sociali del Senato, l’intergruppo si pone come uno spazio di dialogo e confronto permanente per trasformare le istanze di pazienti e sanitari in interventi legislativi efficaci, in grado di migliorare l’accesso alle cure e l’inclusione sociale per le persone con disturbi mentali. Subito saranno affrontate le sfide dell’adeguamento dell’offerta assistenziale, del potenziamento delle risorse e della lotta allo stigma.
Non sono temi casuali: l’Italia è il fanalino di coda nella spesa pubblica per la salute mentale, con 3,3 miliardi per l’assistenza psichiatrica territoriale e 194 milioni per quella ospedaliera. Secondo l’ultimo rapporto del ministero della Salute, ogni giorno le persone che si presentano al pronto soccorso per disturbi mentali sono oltre 1.500, con 26mila accessi in più nel 2023 e un aumento di 7mila ricoveri nei servizi psichiatrici ospedalieri.
Aumentano anche gli utenti seguiti dai Dipartimenti di salute mentale (Dsm), che però hanno subito un vero e proprio ridimensionamento, passando da 183 nel 2015 a 139 nel 2023 per un totale di 845.040 assistiti (+10%). Un taglio che si accompagna a un esodo dei professionisti: in totale sono 29.114, mille in meno nel 2023, mentre per Agenas dovrebbero essere circa 12mila in più.
Per gli psichiatri, dunque, aumentano i carichi di lavoro con quasi 10 milioni di prestazione all’anno, mentre per tutti i professionisti si estendono ancora le aree di intervento. L’ultima riguarda i farmaci antiobesità. Secondo gli esperti della Società di neuro-psico-farmacologia (SINPF), riuniti a Milano per il XXVI congresso nazionale, “le evidenze scientifiche confutano l’esistenza di un nesso di casualità tra i nuovi farmaci antiobesità (GLP-1), come semaglutide, liraglutide e dulaglutide, e l’insorgenza di pensieri suicidi, ma estendono potenzialmente le possibili applicazioni di questi medicinali contro alcune patologie neuropsichiatriche, come i disturbi dell’alimentazione, la depressione, le dipendenze e l’Alzheimer”.
La Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) accoglie con soddisfazione la nascita dell’intergruppo parlamentare dedicato alla promozione di una nuova cultura della salute mentale. “Una svolta significativa – sottolinea il presidente Giovanni Migliore -, in linea con l’appello che lo scorso ottobre abbiamo lanciato come Federazione insieme a oltre 100 Dipartimenti di salute mentale, affinché questo tema torni al centro del dibattito pubblico e dell’agenda di governo”.
E ancora: “Siamo lieti che un gruppo di parlamentari e professionisti abbia risposto con sensibilità e pragmatismo a una questione che tocca da vicino tutti noi. Serve un impegno straordinario per la salute mentale, e il management sanitario è già pronto a fare la propria parte, in sinergia con la politica e la comunità civile”.
Redazione Nurse Times
Fonte: Il Sole 24 Ore
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