Una media di 320 accessi quotidiani, molti di più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E pensare che il picco influenzale non è ancora arrivato. Negli ultimi giorni la situazione è diventata esplosiva al Pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore di Pesaro, dove il direttore generale Alberto Carelli e il direttore sanitario Edoardo Berselli hanno deciso di aprire in via straordinaria i locali attigui al reparto di emergenza, per ricavarvi otto posti letto in più, che ovviamente sono stati subito occupati.
Ma il problema sta anche nella carenza di personale. E così sono stati arruolati infermieri in più, da affiancare a quelli già in servizio. Tutti costretti a un super lavoro, come pure i medici, per rispondere alle esigenze di assistenza dei cittadini.
“Per i medici e per gli infermieri del Pronto soccorso – spiega il direttore sanitario Berselli – è un ulteriore sforzo, dopo la pressione che si è registrata in questi giorni, e per questo li ringraziamo. Un’operazione che consentirà di gestire afflussi straordinario, garantendo sicurezza e dignità ai pazienti”.
Riconoscenza che giunge anche dal primario Giancarlo Titolo: “L’elevato numero di accessi in Pronto soccorso sta causando inevitabili rallentamenti nello svolgimento delle attività e un allungamento dei tempi di attesa. Ciò dipende soprattutto dal picco influenzale, che ha colpito gran parte della cittadinanza, in particolar modo gli anziani. Si tratta per la maggior parte di situazioni non gravi, che necessitano di continuo monitoraggio e che impegna il personale a pieno regime”.
Da Titolo giunge anche un appello ai cittadini, invitati a “utilizzare la nostra struttura solo quando effettivamente necessario” e a “rivolgersi negli altri casi a medici di base o pediatri”. Il direttore generale Carelli, invece, sottolinea che “al San Salvatore stiamo ancora predisponendo l’apertura di posti letto di Medicina d’urgenza: dovremmo riuscirci entro un mese, e nel frattempo utilizziamo i locali di Osservazione temporanea”.
Sulla questione è intervenuto pure il sindaco Andrea Biancani: “Per due anni quella palazzina è stata chiusa, benché fosse pronta. E nel frattempo i cittadini sono stati costretti a stare sulle barelle e nei corridoi per via del sovraffollamento. Mi auguro che ora si mantenga l’apertura continua di tutto l’edificio, e non solo in questi casi sporadici, così da dare respiro a tutti gli operatori del Pronto Soccorso e maggiore dignità ai pazienti”.
Pazienti che “sono costretti ad aspettare anche più di dieci ore lungo i corridoi e sulle barelle, in attesa degli accertamenti: tutti i giorni ricevo chiamate e lamentele”, prosegue Biancani. E aggiunge: “Nel periodo Covid, in poche settimane, abbiamo realizzato interi stabili dedicati ai pazienti che avevano contratto il virus, e sono sicuro che saremo in grado, anche in futuro, di liberarlo nel momento di necessità. Aprirlo solo in caso di emergenza è un profondamente sbagliato, sia perché si sono spesi soldi pubblici per realizzarlo, sia perché la mancanza di spazi si ripercuote anche sulla salute dei cittadini, che hanno diritto ad essere assistiti nelle migliori condizioni di igiene e comfort”.
Redazione Nurse Times
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