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Infermiera indossa patch blasfema sulla divisa: bufera sui social. Interviene l’associazione Nessuno tocchi Ippocrate

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La professione infermieristica è al centro di un acceso dibattito, scatenato da una segnalazione dell’associazione Nessuno Tocchi Ippocrate. Al centro della polemica c’è un’infermiera che, secondo quanto denunciato sulla pagina Facebook dell’associazione, avrebbe indossato una patch sulla divisa con la scritta provocatoria: Arrivo, bestemmio e carico”. Questo gesto, giudicato di cattivo gusto e potenzialmente blasfemo, ha generato indignazione tra i professionisti della sanità e l’opinione pubblica.

La denuncia e il richiamo al Codice Deontologico

L’associazione ha espresso il suo dissenso con un duro comunicato, sottolineando come tale comportamento non solo svilisca l’immagine della professione infermieristica, ma contravvenga anche ai principi fondamentali sanciti dal Codice Deontologico degli Infermieri.

In particolare, si fa riferimento agli articoli 28 e 29, che richiedono un comportamento decoroso e rispettoso, sia nella comunicazione che nella rappresentazione della professione, anche attraverso i social media.

Articolo 28: “L’infermiere nella comunicazione, anche attraverso mezzi informatici e social media, si comporta con decoro, correttezza, rispetto, trasparenza e veridicità.”

Articolo 29: “L’infermiere comunica in modo scientifico ed etico, ricercando il dialogo e il confronto al fine di contribuire a un dibattito costruttivo.”

Secondo l’associazione, la scritta esibita dall’infermiera non rientrerebbe in alcun modo nei limiti di un’ironia accettabile, ma rappresenterebbe un comportamento lesivo per la dignità della categoria.

Il ruolo della divisa: simbolo di professionalità e rispetto

La divisa non è un semplice abbigliamento da lavoro, ma un simbolo che rappresenta la sanità pubblica e la professionalità degli operatori sanitari. Ogni personalizzazione della divisa, in particolare quando presenta messaggi discutibili, rischia di compromettere l’immagine dell’intera categoria.

Questo episodio riporta al centro dell’attenzione l’importanza della percezione pubblica della figura infermieristica. Gli infermieri non sono solo professionisti della salute, ma anche punti di riferimento etici e morali nella società. Qualsiasi comportamento percepito come irrispettoso o poco decoroso può avere un impatto negativo sulla fiducia che i cittadini ripongono nel sistema sanitario.

La responsabilità sui social media: una sfida per i professionisti della sanità

Viviamo in un’epoca in cui i social media sono diventati una parte integrante della comunicazione personale e professionale. Tuttavia, proprio per la loro potenza comunicativa, rappresentano anche un’area di rischio per le professioni sanitarie.

I professionisti della salute, compresi gli infermieri, hanno l’obbligo di mantenere un comportamento etico e decoroso anche al di fuori del contesto lavorativo. Le parole e le immagini condivise online non solo riflettono l’individuo, ma possono influire sull’immagine dell’intera categoria professionale. In questo caso, la patch incriminata è stata percepita come una mancanza di rispetto verso la professione stessa, e ciò ha generato una reazione immediata e decisa.

Le possibili conseguenze disciplinari

L’associazione ha dichiarato di essere pronta a fornire agli Ordini Professionali gli estremi dell’infermiera coinvolta, qualora richiesto. Questo potrebbe portare a una verifica da parte dell’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI), che ha il compito di vigilare sul rispetto del Codice Deontologico. Le sanzioni potrebbero variare da un richiamo formale a provvedimenti più severi, in base alla gravità della violazione.

Un’opportunità di riflessione per tutta la categoria

Questo episodio dovrebbe spingere la comunità infermieristica a riflettere su alcuni punti fondamentali:

1. L’importanza dell’etica nella comunicazione pubblica: ogni messaggio trasmesso da un infermiere, sia online che offline, contribuisce a definire l’immagine della professione.

2. Il valore della divisa: essa non è solo un abito, ma un simbolo di rispetto, fiducia e responsabilità verso i pazienti e la società.

3. La necessità di formazione sulla comunicazione digitale: i professionisti della salute dovrebbero essere formati per comprendere le implicazioni delle loro azioni e dichiarazioni, anche sui social media.

Conclusione

Il caso della patch “Arrivo, bestemmio e carico” è un monito per tutti i professionisti sanitari. La libertà personale, anche nell’uso dei social o nella personalizzazione della divisa, deve sempre essere bilanciata con la responsabilità verso la professione e la comunità. La credibilità e la dignità della professione infermieristica non sono solo un valore da difendere, ma anche una base fondamentale per la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario.

Questo episodio solleva una domanda cruciale: siamo davvero consapevoli dell’impatto che i nostri gesti, parole e azioni possono avere sulla percezione della nostra professione?

Redazione Nurse Times

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