Il sociologo Ivan Cavicchi ripprende il ddl proposto dalle senatrici Silvestro e Dirindin sul cosidetto ‘Norme per favorire il ricambio generazionale nella professione infermieristica e nelle professioni sanitarie di cui alla legge 10 agosto 2000, n. 251’
…tratto da quotidiano sanità
Anzitutto i problemi che davvero impattano negativamente sul servizio sanitario non riguardano l’età degli infermieri ma sono il blocco dei contratti e del turn over, il demansionamento, la restrizione del minutaggio, l’impiego degli infermieri per svolgere competenze aggiuntive a costo zero, la post ausiliarietà ecc.
“Norme per favorire il ricambio generazionale nella professione infermieristica e nelle professioni sanitarie” è il titolo del disegno di legge presentato dalle senatrici del PD Silvestro e Dirindin. Senza aggettivi vorrei spiegare le ragioni del mio disaccordo.
Il presupposto
• “l’invecchiamento” dei lavoratori nella sanità è un fenomeno destinato a crescere
• gli infermieri di una età indefinita “impattano” in modo negativo sulla “tenuta del sistema” “sull’efficienza organizzativa”, sugli “assistiti”
L’inferenza
• svecchiando gli organici dei servizi si può “garantire” una migliore qualità dell’assistenza
• i servizi si possono svecchiare se gli infermieri accettano volontariamente di dimezzare l’orario di lavoro (part time) con contributi pensionistici invariati
• con le risorse che derivano dalla riduzione del tempo di lavoro si possono coprire i costi di nuove assunzioni
• i nuovi assunti dovendo svecchiare non possono avere più di 35 anni di età
Fallacia, ingiustizia e contraddizione
• i problemi che davvero impattano negativamente sul servizio sanitario non sono quelli che riguardano l’età degli infermieri ma sono: il blocco dei contratti e del turn over, il demansionamento, la restrizione del minutaggio, l’impiego degli infermieri per svolgere competenze aggiuntive a costo zero, la post ausiliarietà ecc.
• in sanità l’anzianità è sempre stata un valore, essa è sinonimo di esperienza e esperienza è sinonimo di qualità
• gli organici invecchiano ma solo perché non c’è ricambio cioè il turn over è bloccato
• la proposta colpevolizza ingiustamente i lavoratori più anziani attribuendo loro la responsabilità del degrado qualitativo dei servizi
• se i lavoratori anziani sono un disvalore perché mai dovremmo farne dei mentori?
Il meccanismo
• l’intera operazione funziona su l’intercambiabilità di due soggetti antagonisti con età diverse e sullo scambio di due regimi di tempo di lavoro
• gli “assumibili” che non superano i 35 anni di età(DO)
• i “pensionandi” a 3 anni dalla pensione(D6) che dovranno accettare di dimezzare il loro stipendio dimezzando il loro tempo di lavoro.
La proposta dei 35 anni di età da molti infermieri è stata percepita come un limite ingiusto, ma dico loro che non è logico contestare il limite e accettare Io svecchiamento che esso consente. L’ingiustizia non consiste nel limite, ma nel presupposto che lo giustifica: se si vogliono svecchiare gli organici degli infermieri bisogna assumere per forza quelli giovani. Questo vuol dire che data la logica dello svecchiamento qualsiasi limite è inevitabilmente discriminante. E’ l’idea dello svecchiamento che non funziona.
Il razionale
• accettazione di fatto dei limiti imposti agli organici dal blocco del turn over
• non si tratta di accrescere l’occupazione reale degli infermieri in sanità ma di redistribuire il lavoro consentito tra infermieri di età diverse posti tra loro in competizione.
Osservazioni
• l’intera operazione non comporta “oneri aggiuntivi per le finanze pubbliche”
• il suo obiettivo generale è contribuire a garantire un obiettivo generale di “ sostenibilità economica”
• gli organici restano sotto dimensionati per cui la crescita occupazionale è virtuale e apparente
• ci troviamo di fronte ad una applicazione alla sanità dell’idea di “rottamazione”
Obiezioni
• la sanità ha un bisogno disperato di sbloccare il turn over quindi di assumere realmente e non virtualmente degli operatori
• se vi sono problemi di sostenibilità i “soldi veri” per assumere degli infermieri si possono trovare altrove perché sono altrove (corruzioni, sprechi, medicina difensiva, diseconomie ecc ammontano a molto più di ¼ della spesa complessiva) senza bisogno di andare da chi lavora a chiedergli per solidarietà di dimezzarsi lo stipendio
• lo stipendio di un infermiere è uno stipendio basso e se si dimezza diventa ancora più basso e penso che di questi tempi, che sono quelli delle 80 euro in busta paga, siano pochi gli infermieri che si possono permettere di stare a part time a parte quelli che hanno la possibilità di poter svolgere doppi e tripli lavori o che hanno altri redditi a disposizione ecc.
Significati politici
• si muove nel solco di quelle politiche che definisco di decapitalizzazione del lavoro, cioè di definanziamento del sistema pubblico attraverso tagli sul lavoro
• è una variante del “costo zero” cioè di una idea che chiede sempre a qualcun altro di fare un sacrificio ma senza mai prendere in considerazione le tante possibilità di risparmio legate a diseconomie e antieconomie
• il blocco del turn over è una delle principali soluzioni che le politiche neoliberista propongono per tagliare la spesa pubblica
• tradisce una logica neomalthusiana dal momento che si tratta di redistribuire il poco lavoro che è permesso per risolvere a un tempo il problema della finitezza delle risorse e la crescente pressione della disoccupazione
Libertà e sue contraddizioni
• le due senatrici del Pd sono libere di fare proposte per garantire la “sostenibilità economica” della sanità secondo le linee politiche del loro governo e del loro partito
• in un regime democratico esiste la libertà di discussione per cui le loro proposte si possono altrettanto liberamente contestare
• se una delle due senatrici è anche la presidente nazionale dell’Ipasvi, cioè la massima rappresentanza degli infermieri, e se la proposta da loro presentata, è manifestamente contro gli interessi primari degli infermieri e dei malati, allora sorge una contraddizione tra la senatrice del PD e la presidente dell’Ipasvi
• in tale contraddizione la presidente dell’Ipasvi suo malgrado quindi oggettivamente si troverebbe ad impedire una libera discussione nei confronti della senatrice del PD
• si porrebbe il problema di distinguere ciò che interessa il PD e ciò che interessa gli infermieri a meno di ritenere che quello che interessa al primo interessi automaticamente il secondo
• in questa eventualità saremmo autorizzati a supporre che tutti gli infermieri d’Italia siano sostenitori del PD per cui in questo caso e solo in questo caso le eventuali contraddizioni tra senatrice del Pd e presidente Ipasvi, cadrebbero
Supposizioni e interrogativi
• supponiamo una proposta diversa da quella avanzata dalle senatrici del PD che preveda di sbloccare il turn over, di integrare gli organici carenti con nuove assunzioni, di voler mettere fine al demansionamento causato dalla carenza di organici e di definire, ben altre organizzazioni del lavoro per andare oltre la post ausiliarietà e infine di considerare gli infermieri come un capitale su cui investire e di prendere i soldi che servono dai tanti “tesoretti” che sono nella sanità
• supponiamo che questa proposta diversa da quella della senatrice del PD sia rappresentata dalla presidente nazionale dell’Ipasvi
In questo caso e solo in questo caso
• la senatrice del PD sarebbe disposta a sostenere la battaglia della presidente nazionale dell’Ipasvi?
• se non fosse possibile ,perché la senatrice è tenuta ad essere coerente con le politiche per la “sostenibilità economica” del suo governo e del suo partito, la presidente dell’Ipasvi sarebbe disposta a dimettersi?
• se si dimettesse darebbe la possibilità alla senatrice di presentare liberamente le sue proposte anche se manifestamente contro gli interessi degli infermieri
• nello stesso tempo permetterebbe agli infermieri di fare una battaglia autonoma contro la senatrice del PD che, in nome della sostenibilità economica, intende condannarli per l’eternità al blocco del turn over
Epilogo
Se la senatrice del PD insistesse nel proporre agli infermieri una proposta contro i loro interessi e la presidente dell’Ipasvi, nonostante ciò, non fosse disponibile a dimettersi la presidente Ipasvi ingannerebbe e tradirebbe gli infermieri servendosi strumentalmente dei loro problemi e della loro buona fede dal momento che è dimostrato che non tutti gli infermieri sono sostenitori del PD mentre tutti gli infermieri sono di fatto contribuenti dell’Ipasvi. In questo caso e solo in questo caso nei confronti della presidente Ipasvi sarei moralmente autorizzato a riprendermi tutti gli aggettivi che oggi non ho usato.
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