Secondo uno studio americano pubblicato su American Journal of Preventive Medicine (VEDI) chi lavora come turnista svolgendo turni notturni, alterando il ciclo sonno veglia è a rischio di malattie cardiovascolari e oncologiche
Lo studio condotto da un team internazionale ha analizzato ben 75mila infermieri americani in un periodo di tempo di 22 anni, arrivando alla conclusione che un’alterazione dei regolari ritmi del sonno, anche se per un periodo limitato di cinque anni, accresce il rischio di cancro al polmone e di malattie cardiovascolari con un aumento complessivo della mortalità dell’11%.
Nel dettaglio, i ricercatori hanno visto che le donne che avevano lavorato con turni per un periodo dai 6 ai 14 anni, avevano un rischio di morte per malattie cardiovascolari maggiore del 19%, che arrivava al 23% per periodi lavorativi più lunghi di 15 anni.
LE REGOLE D’ORO PER MINIMIZZARE I DANNI
Quando cambiare lavoro non è una strada perseguibile, si devono adottare delle strategie che riguardano l’organizzazione del lavoro volte a minimizzare il danno. Il dottor De Vito, che dirige la Struttura Complessa di Medicina del Lavoro dell’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco, ne suggerisce alcune basandosi sulla letteratura scientifica esistente.
Pianificare correttamente il sistema di rotazione del turno notturno in accordo con criteri ergonomici:
- Preferire rotazioni in senso orario piuttosto che antiorario (mattina, pomeriggio, notte piuttosto che mattina, notte, pomeriggio)
- Evitare che i turni della mattina inizino eccessivamente prestoEvitare turni molto lunghi (di 9-12 ore) se non adeguatamente strutturati, con pause e interruzioni per evitare l’accumulo eccessivo di fatica o l’esposizione a sostanze tossiche
- Programmare turni il più possibile regolari, lasciando liberi i fine settimana
- Lavorare di notte in modo permanente è accettabile solo in situazione lavorative particolari e comunque l’inversione del ciclo sonno-veglia va mantenuta anche nelle giornate non lavorative e l’esposizione alla luce del sole va evitata quando si stacca e nel viaggio verso casa (indossare occhiali da sole mentre si rientra a casa)
- Lasciare tra un turno e l’altro un tempo sufficiente al recupero delle ore di sonno e dalla fatica, evitando due turni nelle 24ore e inserendo il giorno di pausa dopo un turno di notte
- Lasciare ai lavoratori una certa flessibilità di orario per permettere loro di gestire al meglio impegni personali, famigliari e sociali
Ridurre i fattori di rischio che favoriscono lo sviluppo della patologia:
- Per il tumore al polmone: dire basta al fumo e no all’esposizione a cancerogeni polmonari certi (amianto, idrocarburi policiclici aromatici, Cromo esavalente, Nickel, Arsenico, Berillio, Cadmio, Silice, Radon)
- Per le malattie cardiovascolari: dire basta al fumo obesità, ipertensione e adottare abitudini di vita salutari (attività fisica, dieta)
LO STUDIO
Il tasso di mortalità e i problemi scatenanti relativi alla turnazione di notte degli infermieri negli Stati Uniti
BACKGROUND
Lavorare di notte va ad influenzare il ritmo circadiano e si rischia di essere esposti maggiormente a sviluppare diverse malattie croniche.
SCOPO
Esaminare il rapporto tra lavoro notturno e le cause determinate dalla variazione di turni.
METODI E RISULTATI
E’ stato evidenziato in uno studio prospettico di coorte relativo al periodo 1988-2010 che su un gruppo di 74.862 infermieri dell’ Health Study Nurses, sono stati documentati 14.181 decessi , tra cui 3.062 per malattie cardiovascolari (CVD) e 5413 decessi per cancro; è ribadito inoltre che le cause e la mortalità cardiovascolare sono risultate significativamente aumentate tra le donne con ≥ 5 anni di lavoro notturno, rispetto alle donne che non avevano mai lavorato durante la notte.
CONCLUSIONI
Le donne che lavorano durante la notte per un periodo maggiore a 5 anni hanno un modesto aumento per tutti i rischi di malattie cardiovascolari; inoltre coloro che lavorano da piu di 15 anni eseguendo una turnazione regolare con il turno notturno hanno un aumento per la mortalità di cancro ai polmoni. Questi risultati si aggiungono a precedenti dati relativi agli effetti potenzialmente negativi legati al lavoro notturno e a rotazione.
INTRODUZIONE
Il WHO nel 2007 ha classificato il lavoro notturno come probabile agente cancerogeno. Oltre al legame con il cancro e il rischio cardiovascolare, ci sono altre patologie croniche quali il diabete, l’ipertensione, la stanchezza cronica, e insonnia.
Studi hanno dimostrato che il ritmo circadiano e il suo primo marcatore, la melatonina, sembrano avere avere effetti antitumorali attraverso molteplici vie, tra cui attività antiossidante e antiinfiammatorie. Hanno anche azioni benefiche sulla salute cardiovascolare, migliorando la funzione endoteliale, il mantenimento dell’omeostasi metabolica, la quale riduce anche i processi infiammatori.
L’esposizione alla luce diretta notturna invece sopprime la produzione di melatonina e altera il ritmo circadiano, inoltre, l’insonnia può anche accentuare gli effetti negativi del lavoro notturno nel loro insieme.
L’attuale analisi si basa su 22 anni di follow-up su un gruppo di 74.862 donne implicate nell Health studio Nurses (NHS). Questo grande studio di coorte statunitense di infermieri offre un’opportunità unica per studiare le associazioni tra il lavoro del turno notturno, e tutti i rischi che ne derivano compresa la mortalità.
La fascia di età di riferimento è quella dei 30-55 anni; il quasi completo follow-up permette una potente analisi del lavoro notturno relativo alla mortalità. Dopo aver escluso le donne con CVD preesistenti (n = 2.444) o qualsiasi tipo di cancro diverso da tumore cutaneo non-melanoma in o prima del 1988 (n = 7891) , 74.862 donne sono state incluse nel campione analitico.
Il protocollo dello studio è stato approvato dai IRBs di Brigham e dalla scuola delle donne Hospital di Harvard di sanità pubblica (Boston MA). Nel 1988 i partecipanti sono stati invitati a compilare i questionari relativo allo studio di coorte e si è posto il seguente quesito: qual è il numero totale di anni durante i quali si è lavorato con una rotazione di turni notturni avendo durante il mese lavorativo almeno 3 notti?
Sono state suddivise otto categorie con le relative risposte: mai, 1-2, 3-5, 6-9, 10-14, 15-19, 20-29, e ≥30 anni. Questa definizione di rotazione turni di notte (ad esempio, ≥3 notti / mese) non ha specificamente distinzione tra turni permanenti di notte o di rotazioni con il turno di mattina e di pomeriggio.
Le morti per causa specifica di CVD e cancro con > 100 morti inclusi nell’analisi sono stati i seguenti: cardiopatia ischemica malattia cerebrovascolare, e qualsiasi altra CVD; tumori del polmone, della mammella , delle ovaie, del pancreas, del colon o del retto, del cervello, del rene, dell’ utero, del linfoma non-Hodgkin, il mieloma, la leucemia, e altri tumori.
Al test sono stati assegnati anche valori rapportati alle informazioni durante il follow-up su: consumo di alcol, esercizio fisico, uso di multivitaminici, stato menopausale e ormonale in postmenopausa, esame fisico degli ultimi 2 anni, alimentazione sana (senza componenti di multivitaminico e alcool , che sono stati rettificati singolarmente), abitudine al fumo, e BMI. Informazioni su queste possibili variabili sono state aggiornate a intervalli di 2-4 anni in tutta la durata del follow-up.
RISULTATI
In questi 22 anni, sono stati documentati 14.181 morti, di cui 3.062 sono stati attribuiti per CVD e 5.413 per cancro. Le donne che non avevano mai lavorato durante la notte hanno rappresentato il 41% delle persone-anno di follow-up, e coloro che hanno lavorato 1-5, 6-4, e ≥15 anni turni hanno rappresentato il 41%, 11%, e il 7% rispettivamente.
Dallo studio è emerso che le donne che lavoravano durante la notte tendevano ad essere più anziane (età media, 66,3 anni per ≥15 anni di lavoro a turni vs 63,6-64,6 anni per gli altri) e ad avere un BMI più alto. Maggiori sono state le probabilità di essere fumatori abituali, ma meno propense a utilizzare ormoni in post-menopausa o multivitaminici.
Si è evidenziato che le donne che hanno lavorato durante la notte per periodi più lunghi rispetto alle altre tendevano a consumare meno alcool e a mangiare meno fibre di cereali rispetto alle donne senza lavoro notturno. Inoltre erano aumentate di peso e avevano avuto più probabilità ad avere una storia di diabete, ipertensione, ipercolesterolemia.
Associazioni tra il cancro in generale, il cancro ai polmoni, e la mortalità per cancro al colon sembravano variare dallo stato di fumatore, ma non vi è alcuna interazione statisticamente significativa. Inoltre, una recente metanalisi ha suggerito che il lavoro su variazioni di turni aumenta il rischio di eventi di coronaropatia; tuttavia lavorando la notte i ritmi circadiani mutano di più rispetto ad altri tipi di lavoro a turni. Tra le donne con ≥ 30 anni di lavoro notturno a rotazione, la mortalità del cancro al seno è risultato non significativamente aumentato del 47 % in questo studio.
I risultati attuali suggeriscono anche un potenziale aumento della mortalità per cancro renale e mieloma tra le donne con> 5 anni di lavoro tra le turniste con turno notturno. Il numero di morti era < 100 per ciascuno di questi tumori quindi, il valore di questo studio di coorte è probabilmente limitato pertanto si invita a produrre altri studi considerando il limite che le informazioni relative al turno di notte non sono state aggiornate dopo il 1988.
Massimo Randolfi
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