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Asl 11 di Empoli personale in rivolta per il sovraccarico di lavoro

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Sanità Empolese Valdelsa La RSU dell’Asl 11 di Empoli denuncia lo stato in cui sono costretti a lavorare circa 2000 dipendenti, 800 infermieri e 240 OSS. In media oltre 9 ore giornaliere di lavoro, carenza di personale e dipendenti costretti ad agire in reparti non di propria competenza sarebbero la ‘routine’ in cui si opera ormai da anni.

L’RSU si è riunita ieri, lunedì 4 maggio, in Assemblea per discutere della situazione e oggi, martedì 5 maggio, la decisioni sono state rese pubbliche nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta nella sede dell’Asl 11. Il mandato dei lavoratori è quello di trovare una soluzione a queste problematiche durante l’incontro con i dirigenti dell’Asl 11 il prossimo 7 maggio: se non arriveranno risposte e soluzioni sarà proclamato lo stato di agitazione e nel caso queste soluzioni continuino a non arrivare sarà sciopero regolamentato (che comunque non impedirà la normale fruizione dell’attività sanitaria). La sofferenza – spiega Paolo Prosperi –  ha raggiunto ormai livello intollerabili. “Siamo quasi oltre quelle che sono le dotazioni minime in caso di sciopero. I ricoveri hanno raggiunto livelli stratosferici anche negli orari notturni, ci sono solo due infermieri e non c’è l’operatore sanitario a disposizione. Nell’Area Medica due infermieri devono dividersi il soccorso. Poi è diventata un cancro la situazione delle ostetriche: ne mancano 12, a volte non riusciamo nemmeno a coprire i parti naturali”. 

“C’è chi lavora 15 giorni continuativamente – spiega Giampaolo Giannoni – senza recuperi e c’è difficoltà a programmare le ferie. Il personale lavorativo è sovraccaricato di stress e di lavoro, non ce la facciamo più a lavorare in questa situazione”.

Molti dipendenti avrebbero addirittura dovuto far ricorso alle cure presso lo psicologo per far fronte allo stato di disagio in cui si sono venuti a trovare: “Tra chi si è licenziato e chi si è rivolto agli psicologi – spiega Massimo Cataldi – fa capire che siamo arrivati alla disperazione”. Eppure un piano di assunzione era stato annunciato: Il piano  – spiega Propseri – prevedeva nuovi infermieri, OSS e ostetriche: è rimasto tutto nelle penne da questo gennaio, l’amministrazione non ha concretizzato questa intesa che c’era stata (10 infermieri, 16 OSS part-time, 12 ostetriche). Sono stati assunti dipendenti al massimo a 6 mesi, con contratto a tempo determinato. Nelle altre aziende invece, Prato e Pistoia, assunzioni a 30 mesi o indeterminati.

E le carenze erano già chiare dal 2012, ma secondo l’Rsu, nonostante le richieste e le pressioni, non c’è stato dialogo: “Sarebbe interessante – spiega Giovanni Sardo – vedere cosa ha fatto l’azienda fino ad ora. L’azienda di Pisa ha istituito uno sportello di ascolto per i dipendenti per permettere un benessere organizzativo che invece qui è mancato, uno sportello per il singolo. Sono tante le idee da cui prendere spunto, basterebbe la volontà”.

Fonte: www.gonews.it

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