Sensibilità Chimica Multipla: lo scorso Aprile, NurseTimes si era occupato di un appello di Michela Cimmarusti, grazie all’articolo del collega G. Papagni; poiché Nursetimes non dimentica iniziative portate avanti anche in passato, vuole fare ulteriore chiarezza sull’argomento, evidenziando i progressi fatti a tal proposito.
Sensibilità Chimica Multipla (MCS) è una sindrome che colpisce l’85% delle donne dai 18 anni in su, sviluppata a seguito di esposizione a sostanze tossiche. È una condizione multisistemica progressiva irreversibile e gravemente invalidante; i disturbi provocati dall’esposizione inalatoria di sostanze sono plurimi. Un fattore influente nell’innesco della malattia sembra essere l’acqua con contenuti dati dall’inquinamento; composti perfluoalchilici e pesticidi, vengono documentati da studi condotti dal dott. Cordiano.
La Sensibilità Chimica Multipla viene riconosciuta con difficoltà dai medici, in considerazione del fatto che le manifestazioni possono essere differenti e fra i sintomi vi sono: difficoltà respiratoria, nausea, emicrania, dermatiti da contatto, vertigini, ipersensibilità agli odori, effetti neurologici, sdoppiamento della personalità ed amnesia (tutti sintomi aspecifici). L’esposizione prolungata determina effetti irreversibili sino a sviluppare cancro, malattie autoimmuni e ictus.
L’OMAR (Osservatorio delle Malattie Rare) elenca alcune fra le sostanze responsabili: candeggina, detergenti, profumi saponi, pesticidi, gas di scarico, micro polveri e campi elettromagnetici. (Fonte: www.osservatoriomalattierare.it )
Sino a non molto tempo fa si pensava fosse una sindrome di tipo psichiatrico, in realtà un’ipotesi fortemente sostenuta, è che la causa sia da ridotta capacità di metabolizzare sostanze xenobiotiche per carenza genetica o per rottura di meccanismi enzimatici di metabolizzazione per esposizione tossica.
Le uniche Regioni che riconoscono la Sensibilità Chimica Multipla sono la Basilicata, il Lazio e il Veneto. In Europa è riconosciuta da Austria e Germania, la Spagna ha creato un nutrito gruppo di lavoro interministeriale, mentre il Ministero della Salute Danese ha iniziato da poco studi. In Italia mancano i riconoscimenti nei LEA e l’inserimento nel Registro, tral’altro aggiornato a 12 anni fa. (Fonte: www.vicenzapiù.com )
Tra gli specialisti italiani che si sono occupati dell’argomento ricordiamo: prof. Genovesi (Roma), i prof. Alessio e Lucchini (Brescia), prof. Tirelli (Aviano), dott. Cipolla (Bologna), prof. Carrer (Milano), i dott. Arcangeli e Rossi (Firenze).
Durante il 2015 sono state tante le situazioni in cui si è discusso della Sensibilità Chimica Multipla, la Camera dei Deputati non è scevra dei progressi avanzati a favore del riconoscimento di tale Sindrome, tanto da aver visto in una Sala della Camera, l’alternanza di medici, scienziati e ricercatori in una sinergica condivisione interdisciplinare. Peccato che “ solo un parlamentare si è degnato di venire ad ascoltare (…)” (Fonte: www.ilfattoquotidiano.it )
Gli esami da effettuare in caso di sospetta Sensibiltà Chimica Multipla:
- CPK e isoenzimi
- ANA, ENA, anti ds-DNA, AMA, ASMA
- Assetto coagulativo
- Markers epatitici
- CMV e EBV
- VDRL
- Esame chimicofisico e colturale delle urine
- Screening per la celiachia
- Breath test e spirometria
- Glutatione transferasi, catalasi, vitamine B-C-E e coenzima Q10
- (Fonte: www.ospedale.cuneo.it “Sensibilità Chimica Multipla” di Maria Grazia Meirone)
Purtroppo dobbiamo dire che molte raccomandazioni e linee guida troppo spesso provengono dall’estero e non a caso, uno Stato Canadese dell’Alberta, già nel 2008 aveva stilato un protocollo per la Sensibilità Chimica Multipla, descrivendo i fornitori da cui acquistare i materiali raccomandati, segni clinici da osservare come indicatori e terapie da adottare in caso di esposizione. Viene quindi offerto un esempio per tutti gli ospedali che vogliono adeguarsi a questa nuova emergenza sanitaria. (Fonte: www.infoamica.it )
Per chi volesse consultare il protocollo: mcs-america.org
Maurizio Limitone
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