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La nostra “salute respiratoria” è peggiorata: la conferma in uno studio italiano

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Nelle ultime settimane, a causa di condizioni atmosferiche non propriamente consoni alla stagione, si è parlato molto della correlazione fra salute, cambiamenti climatici e polveri sottili.

Il peggioramento della nostra “salute respiratoria” è confermato in uno studio italiano condotto dall’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ifc-Cnr) di Pisa, in collaborazione con l’Istituto di Biomedicina e Immunologia Molecolare (Ibim-Cnr) di Palermo e le università di Pisa e Verona.

Lo studio ha monitorato dagli anni ‘80 ad oggi un campione di oltre 3000 soggetti residenti nei comuni di Pisa e Cascina (PI) per indagare l’evoluzione della prevalenza delle malattie respiratorie e i risultati di questa indagine, lunga 25 anni, sono stati recentemente pubblicati su Respiratory Medicine (CLICCA QUI).

Fra i risultati di maggior interesse, gli attacchi d’asma sono passati dal 3.4% al 7.2%, per la rinite allergica si è saliti dal 16.2% al 37.4%, l’espettorato ha superato il 19% rispetto all’8.7% del 1985 e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) ha raggiunto il 6.8% contro il 2.1% iniziale.

Lo studio

Riprendendo le parole di Sara Maio, ricercatrice dell’Ifc-Cnr di Pisa, Lo studio è stato articolato su tre periodi: dal 1985 al 1988, dal 1991 al ‘93 e dal 2009 al 2011. Per ogni fase è stato chiesto ai volontari di rispondere a un questionario, indicando a quali fattori di rischio fossero esposti e a quali disturbi fossero soggetti.

Fattori di rischio

Come già mostrato da ricerche precedenti, l’abitudine al fumo e l’esposizione lavorativa restano fra i più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di affezioni respiratorie. Ad esempio, chi fuma anche meno di 7 pacchetti di sigarette all’anno rischia di soffrire in più rispetto ai non fumatori, dell’85% per quanto riguarda la tosse e dell’80% per l’espettorato.

Il “fattore urbano”

Sia per quel che riguarda le allergopatie che per le malattie croniche ostruttive, i risultati hanno mostrato nei soggetti residenti in area cittadina, rispetto a quelli che risiedono in zone suburbane, un rischio maggiore del 19% di rinite allergica, del 14% di tosse, del 30% di espettorato e del 54% di Bpco.

Una riflessione sulle conclusioni

Conseguentemente, l’incrementato impatto delle malattie respiratorie sulla popolazione fa emergere la necessità di pianificare indagini epidemiologiche longitudinali al fine di monitorare lo stato di salute della popolazione e ampliare le conoscenze sui fattori (come ad esempio allergeni e inquinanti atmosferici) potenzialmente associati a tale trend temporale.

Per ulteriori informazioni (link www.cnr.it)

 Diana Tartaglia, Ufficio stampa Cnr, email [email protected]

Marco Parracciani

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