Questo è il motto adottato dalla città di La Spezia, dove, ancora oggi di fatto non esiste una struttura specializzata nell’accompagnamento di fine vita.
Succede infatti che negli anni 2012/2013 l’ASL spezzina vede la chiusura del reparto di Oncologia, l’apertura di un Hospice e la nuova struttura semplice dell’Azienda sanitaria di ‘’cure palliative” partono con un Medico e sei Infermieri per sostenere i malati al proprio domicilio, e di fatto, dopo circa tre anni, una struttura pronta ad accogliere i malati terminali sul territorio ESISTE!
Realizzata e ultimata nel dicembre 2015 con una somma messa a disposizione da una fondazione bancaria molto attiva nello Spezzino: la Carispezia, che si era già per altro adoperata per la U.O di emodinamica dell’Ospedale Sant’Andrea.
Ma qui iniziano i “problemi”: il piano sanitario regionale aveva stabilito e scelto che l’Hospice sorgesse a Sarzana, verso i confini con la Regione Toscana, e ne ha quindi stabilito l’apertura, in modalità provvisoria nel dicembre 2015.
Questa scelta vede il malcontento tra i cittadini: Sarzana infatti, è una cittadina con un numero molto inferiore di abitanti (quasi un quinto rispetto La Spezia) e più difficilmente raggiungibile da i Comuni della Val di Vara e della Riviera. Inoltre, i posti destinati a Sarzana sono BEN INFERIORI rispetto i numeri indicati dal Ministero della Salute, i 18 posti che dovrebbero esistere in questo territorio (e che derivano da un rapporto tra abitanti e incidenza dei tumori sul territorio) sarebbero forniti senza problemi nella Struttura già ultimata in Via Fontevivo, e MAI APERTA.
La ASL ha deciso di non raccogliere l’ offerta di gestione dell’ Hospice spezzino, nonostante la realizzazione di Raccolte firme (oltre tremila) e l’interessamento da parte di molteplici associazioni, ne cito solo alcune: Rete Femminile, l’Unione Italiana Ciechi, Associazioni dei Consumatori, i malati associati di sigle quali ANED; il Collegio Infermieri (VEDI), alcune sigle sindacali, professionisti stimati in forma singola o anche rappresentanti ordinistici per le cure palliative come il caso del Dottor Lorenzo Di Alesio, in passato dirigente del centro antalgico aziendale.
Al di là della posizione geografica, sarebbe Importante ottenere al più presto il numero di posti letto conformi alla normativa, il ché non indica per forza dover scegliere tra La Spezia e Sarzana; potrebbero infatti coesistere due strutture, ma soprattutto è indispensabile capire che un Hospice non è una rianimazione, non è un’oncologia, e non si tratta di “eutanasia”; Chi vive l’ultimo periodo della propria vita ha il diritto di avere tutti i trattamenti che la medicina Palliativa può fornire, dal Trattamento del dolore a quello di tutti i sintomi che possono concorrere a creare sofferenza, inclusi la paura, l’isolamento, la depressione.
Aspettiamo i risvolti, la partita è in mano alla attuale Vicepresidente ed Assessore alla Sanità, alle Politiche Sociali, e alla Sicurezza della Regione Liguria Sonia Viale, e speriamo in un futuro più sereno e…dignitoso.
Denise De Simone
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