Uno studio dell’Università della California di San Diego ha dimostrato che ben una persona su due, interessata da fibrillazione atriale, non assume la terapia anticoagulante adeguata.
Chi soffre di fibrillazione atriale ha un rischio fino a sette volte maggiore di essere colpito da ictus rispetto a chi non presenta questo problema cardiaco. Per questo motivo è fondamentale che le persone affette da questo disturbo assumano regolarmente anticoagulanti orali per fluidificare il sangue ed evitare così il pericolo di infarto cerebrale. Una ricerca condotta su 430mila pazienti coordinata da Jonathan Hsu, dell’Università della California di San Diego, e pubblicato su JAMA Cardiology, ha dimostrato però che ben una persona su due assume in modo inadeguato la terapia anticoagulante orale.
Hsu e gli altri ricercatori hanno analizzato i dati raccolti in un registro nazionale sulle malattie cardiovascolari tra il 2008 e il 2012. I pazienti, per il 56% di sesso maschile, avevano un’età media di 71 anni e solo il 45% di loro aveva ricevuto la terapia anticoagulante. Un altro 31% aveva qualche volta associato aspirina (antiaggregante piastrinico) a farmaci della classe delle tienopiridine mentre circa un paziente su quattro non aveva preso alcun farmaco per la prevenzione dell’ictus.
Lo studio presenta diversi limiti, come hanno sottolineato gli stessi autori. Non ha infatti indagato sul perché alcune persone non sono state trattate con anticoagulanti (condizioni come rischio di emorragie, tumori, problemi renali, ipertensione ed alcolismo non sono compatibili con questo tipo di farmaci). Inoltre, la verifica della somministrazione è stata relativa solo ai dati raccolti dopo la visita iniziale; di conseguenza non è stato possibile controllare se la terapia proseguiva o veniva interrotta nei controlli successivi.
Così ha dichiarato Gregg Fonarow, del Los Angeles Preventive Cardiology Program dell’Università della California: “Ci vuole molto tempo e un grande sforzo per avere una discussione appropriata con i pazienti e con i loro familiari per prescrivere e monitorare queste terapie”…“I pazienti con fibrillazione atriale che non stanno assumendo anticoagulanti per via orale dovrebbero discutere con i loro medici sui rischi e i benefici di questa terapia”. Anche perché, come dichiarato dallo stesso Fonarow, nei pazienti con fibrillazione atriale l’assunzione regolare e controllata di anticoagulanti può ridurre dell’80% il rischio di ictus.
Alessio Biondino
Fonti:
JAMA Cardiol 2016
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