Effettuato da un’equipe di chirurghi della Cleveland Clinic il primo trapianto di utero americano, non è andato a buon fine. A causa di complicazioni infettive, infatti, l’organo è stato rimosso dopo due settimane.
Un trapianto sperimentale di utero effettuato su una paziente texana, negli Stati Uniti, non è andato a buon fine. Dopo due settimane dall’intervento, infatti, i chirurghi della Cleveland Clinic sono stati costretti a rimuovere l’organo trapiantato a causa di complicazioni. La donna, 26 anni, era stata operata il 24 febbraio scorso con un intervento di 9 ore, ma solo in questi giorni sono stati rivelati i motivi che hanno portato al fallimento della sperimentazione. Come riportato dal ‘New York Times’, la struttura d’eccellenza americana ha fatto sapere che:
“Test preliminari suggeriscono che la complicazione potrebbe essere stata causata da un’infezione da Candida albicans, presente nei tessuti della donatrice o della ricevente”… “L’infezione ha compromesso il flusso sanguigno all’utero, portando alla necessità di rimuoverlo“.
Ogni intervento sperimentale di questo tipo (ne erano in programma altri 10) alla Cleveland Clinic è stato sospeso; e ciò fino a che non sarà pronta una strategia in grado di evitare complicanze di questo tipo. Il trapianto di utero, ad oggi, è stato eseguito con successo solo dai chirurghi dell’università svedese di Gothenburg, che ha permesso a ben 5 donne di diventare mamme. La differenza fondamentale tra i due progetti sta nel fatto che i medici americani hanno utilizzato organi provenienti da cadaveri, mentre quelli svedesi hanno trapiantato uteri di donatrici viventi, di solito le madri delle pazienti.
Fonte: AdnKronos
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